Page 161 - Storia dell'inquisizione spagnola
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l’arrivo in massa dei portoghesi (ricordiamo che Llerena è a

               meno  di  200  chilometri  dalla  frontiera  portoghese)  dopo  il
               1580  e  la  caduta  di  Olivares,  protettore  dei  conversos,  nel
               1643, spiegano sufficientemente l’aumento della cifra. Fra il
               1706  e  il  1727,  gli  autodafé  furono  molto  frequenti:  30
               novembre  1719,  30  novembre  1722,  26  luglio  1723,  4
               febbraio 1725, 26 agosto 1725 e 22 giugno 1727; nel corso
               di essi, fra il 1721 e il 1725, 43 persone furono condannate

               di  cui  una  al  rogo .  La  somma  delle  confische  raggiunse  i
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               42.021.724  maravedis,  sottratta  a  29  vittime,  prova  della
               durezza  dell’Inquisizione  verso  gli  eretici.  Fra  il  1728  e  il
               1740 le confische eseguite ai danni degli incriminati resero
               36.808.289 maravedis. Negli anni 1741, 1742, 1743 e 1744
               si registrò una diminuzione degli autodafé e quindi dei casi

               discussi,  i  beni  confiscati  furono  valutati  a  3.072.920
               maravedis.
                  Llerena  non  conobbe  tuttavia  un’ondata  repressiva
               paragonabile  a  quella  che  si  abbatté  su  Madrid,  Siviglia,
               Granada, Cordova e Murcia negli anni fra il 1720 e il 1725. A
               Granada per esempio, 60 condannati furono arsi in persona
               o  in  effigie  su  169  penitenti .  Le  città  ricche,  che  avevano
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               interessi  economici  o  finanziari  in  gioco,  furono  più  colpite
               delle altre.
                  Verso la metà del XVIII secolo, la comunità conversa non
               rappresentava  più  un  problema  religioso  grave.  L’ultima
               ondata  repressiva  aveva  causato  il  declino  e  la  scomparsa
               delle  pratiche  giudeizzanti  in  Spagna.  Alla  fine  del

               Settecento  i  processi  contro  i  conversos  erano  assai  rari:
               l’ultimo si ebbe a Toledo nel 1756. Fra il 1800 e il 1820 si
               contarono  solo  sedici  casi  di  giudaismo  concernenti  dieci
               stranieri e sei persone accusate di eresia.
                  Questa rapida diminuzione era conseguente alla mancanza
               di  «materia  prima»  e  all’evoluzione  delle  idee.  Con  la
               riabilitazione  dei  chuetas  di  Maiorca  sotto  Carlo  II,  i

               castigliani compivano il primo passo verso la tolleranza.
                  Per quanto in declino il Santo Uffizio mantenne una certa
               influenza fino al 1820 e il criterio della limpieza de sangre,
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