Page 114 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Le cattive ragioni: l’atroce rigore delle pene


                  Michel Foucault ricorda la gerarchia delle pene, quale era
               prescritta  dall’ordinanza  del  1670  che  regolamentò  in
               Francia fino alla Rivoluzione la giustizia penale. Eccole: «La
               morte, la tortura con riserva di prove, le galere a tempo, la

               frusta, la confessione pubblica, il bando» .
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                  È legittimo situare la tortura fra le sentenze mentre essa è
               solo un mezzo di indagine? Ma tralasciamo questo problema
               e  rileviamo  piuttosto  che  l’ordinanza  dimentica  altre  pene
               molto praticate come il carcere e la confisca dei beni.
                  L’Inquisizione non applica altre pene. Sono esattamente le
               stesse, salvo che essa associa alla condanna temporale una
               condanna spirituale, reprimendo, abiure per colpa lieve (de

               levi)  o  per  colpa  grave  (de vehementi),  reclusione  a  tempo
               determinato  per  istruire  nella  fede,  sospensione  dal
               ministero  per  gli  ecclesiastici,  e  anche  rimozione,
               comparizione all’autodafé in abito da penitente...
                  Foucault non dimentica certo di precisare che «le torture

               propriamente dette non  costituivano,  tutt’altro,  le  pene  più
               frequenti». Indubbiamente «la proporzione delle condanne a
               morte  nel  diritto  penale  dell’età  classica,  può  sembrare
               grande, le decisioni dello Châtelet per il periodo 1755-1785
               prevedevano dal 9 al 10% di pene capitali ... »
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                  Allora  l’Inquisizione  si  distingue  per  una  percentuale
               altissima  delle  condanne  a  morte  o  delle  pene  più  dure

               (galere, carcere a vita)? Si e no. Si prima del 1530, no oltre
               questo  periodo,  cioè  quando  cessò  la  grande  ondata
               repressiva  diretta  contro  i  giudeizzanti  nei  quali  bisogna
               vedere,  senza  ombra  di  dubbio,  le  principali  vittime  del
               Santo Uffizio. Crediamo che il primo capitolo di quest’opera
               l’abbia  dimostrato  sufficientemente.  Ma  bisogna  tornare  su

               quel  periodo  per  comprendere  meglio  l’importanza  della
               cronologia.
                  Facciamo  ricorso,  ancora  una  volta,  al  lavoro  di  Garcia
               Carcel. Prima del 1530 l’Inquisizione di Valencia ha dunque
               istruito 2354 processi. Non conosciamo le pene comminate a
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