Page 110 - Storia dell'inquisizione spagnola
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fa in fretta non la si sente e i suppliziati superano questo
tormento; ugualmente per la tortura del potro, bisogna
lasciar passare del tempo fra un tratto e l’altro; e in quanto
alla garrucha, la si deve applicare molto progressivamente
perché se si solleva la pertica troppo in fretta essi avvertono
il dolore tutto in una volta e poi non lo sentono più...
«In quanto a ripetere i supplizi, bisogna pensarci molto
bene e non lo si deve fare se non sopravvengano nuovi indizi,
ed eventualmente solo nel caso e nel modo consentiti,
conformemente alle leggi; si può continuare senza nuovi
indizi se l’incriminato non è stato ancora sufficientemente
torturato, secondo la natura delle testimonianze e degli
indizi...» .
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Come si vede, si tratta di un problema di dosaggio, in cui
però intervengono anche la capacità di sopportare la
sofferenza, la forza o la debolezza dei caratteri, ma anche il
numero delle testimonianze e l’importanza degli indizi. Sono
gli inquisitori a decidere questo dosaggio. A volte anche i
medici chiamati come esperti.
Francisco Tomás y Valiente ci presenta così il caso di un
oscuro tessitore toledano, Alonso de Alarcón, processato nel
1636 per bestemmie eretiche. Il fiscale chiese che fosse
sottoposto alla tortura, ma la salute di Alarcón destava
qualche preoccupazione e gli inquisitori credettero bene di
farlo prima esaminare da due medici, i dottori Puelles
Escobar e Bermudez i quali formularono la stessa diagnosi:
l’imputato poteva essere torturato dalla parte sinistra ma
non dalla destra perché aveva perso l’uso del braccio destro
in seguito a un attacco di paralisi! Gli inquisitori seguirono il
loro consiglio e Alarcón fu attaccato al cavalletto dove gli
vennero inflitti due tratti di corda .
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Torniamo ancora a Toledo. Una donna, la beata Ana de
Abella, accusata nel 1654 di essere «eretica, apostata,
mistificatrice, illuminata, legata da patti impliciti o espliciti
col diavolo». Il fiscale chiese che venisse affidata al braccio
secolare, ma prima «sottoposta alla tortura affinché confessi
tutta la verità su se stessa e sui suoi complici». Gli inquisitori