Page 107 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 107
dette di Siviglia, quelle del 1488, del 1500, del 1561, dette di
Madrid; o ancora dalle istruzioni del 1576, 1627, 1630, 1667.
Da parte sua Francisco Peña, commentando e completando
l’opera di Eymerich, esamina il caso dei bambini e dei vecchi
che bisognerà limitarsi a percuotere con un bastone (!) o a
frustare; e quello delle donne incinte che non bisogna né
torturare né terrorizzare... prima del parto. Ma Peña accusa
con vigore: «Quei giudici sanguinari che, alla ricerca di una
vana, piccola gloria — e quale gloria, Dio mio! — impongono
nuove torture ai più indifesi degli accusati contravvenendo
così al diritto e alla morale». La conclusione di Peña è
rigorosa: «L’inquisitore abbia sempre presente questa
sentenza del legislatore: l’accusato sarà torturato in modo
che rimanga sano per la libertà o per l’esecuzione». Il
Manuale di Pablo Garcia, il più completo di tutti, varie volte
ripubblicato nel Seicento, è ugualmente molto esplicito in
proposito.
L’avvertimento di Peña significa però che certi inquisitori
hanno applicato nuove torture, che non si sono accontentati
dei supplizi abituali: potro, garrucha, toca, di cui parleremo
più oltre. Abbiamo altre prove che nei primi tempi
l’Inquisizione ha usato altri sistemi di tortura, ma non
sappiamo quali. Nel loro grande sforzo per tentare di ridurre
l’Inquisizione al diritto comune, le Cortes aragonesi riunite a
Monzón, poi a Saragozza nel 1510, 1512 e 1519; le Cortes
catalane nel 1515 a Lerida; infine le Cortes di Castiglia a
Valladolid nel 1518, hanno tutte chiesto non certo
l’abolizione della tortura, il che sarebbe stato inconcepibile,
ma il rispetto in materia del diritto comune, la proibizione di
innovare, di ricorrere a nuove torture .
2
Questa scoperta non rimette affatto in causa la nostra
affermazione iniziale. Non c’è alcuna ragione per supporre
che, nel gran numero dei giudici, civili o ecclesiastici, il
sadismo sia stato monopolio di pochi inquisitori. Ma si tratta
di un’opinione che non ha valore scientifico. Per sostenere
che la tortura intollerabile, quella che mette in pericolo la
vita dell’accusato o rischia di farne un infermo per il resto