Page 105 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 105
subordina tutta la procedura. Le testimonianze, le
deposizioni, la tortura, la difesa, sono altrettanti elementi di
uno stesso progetto: far confessare il sospetto, confonderlo».
Non c’è dubbio. Ma le intenzioni, gli obiettivi della giustizia
civile sono diversi? Michel Foucault lo ricordava
recentemente; «Scritta, segreta, sottoposta, per costruire le
sue prove, a regole rigorose, l’inchiesta penale è una
macchina che può produrre la verità in assenza
dell’accusato. E di conseguenza, per quanto in linea di diritto
non ne abbia bisogno, questa procedura tenderà
necessariamente alla confessione». Ovviamente perché la
confessione è la prova più sicura, quella che prevale su tutte
le altre. Ma anche perché confessando l’accusato si giudica e
si condanna da solo.
Ma se la procedura è in discussione, non può esserlo nella
sua totalità, e neppure può esserlo il principio che la ispira.
Che l’Inquisizione medievale sia responsabile o meno di
questo tipo di procedura, essa è stata adottata da tutte le
amministrazioni giudiziarie dell’Occidente. Se l’Inquisizione
è più temuta, se addirittura terrorizza, quali sono le vere
ragioni di questo inquietante potere? Bisogna stabilirlo a
costo di abbattere radicati pregiudizi. Questo è il compito,
gradito, dello storico.
Le cattive ragioni: la tortura
Nella categoria dei pregiudizi radicati il più tenace
riguarda l’impiego della tortura. Già molto tempo fa Lea ha
dimostrato che l’Inquisizione spagnola ha usato la tortura
molto meno di quanto non si credesse. Dopo di lui Kamen e
più recentemente Garcia Carcel hanno aggiunto altri
elementi a questa tesi. Ma bisogna riprendere tutta
l’argomentazione, arricchirla e discuterla, se si vuole
conoscere e comprendere.
Fino al Settecento la tortura ha uno spazio ben preciso e
riconosciuto nel diritto criminale classico. È uno dei mezzi