Page 74 - Federico II e la ribellione del figlio
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Colonia, e tramontò definitivamente con la sua
prematura morte. La travagliatissima successione, nel
contrasto tra suo fratello Filippo e Ottone di Brunswick,
prima dell’ascesa di Federico, finí per rafforzare
ulteriormente i poteri di principi e papa. Abbiamo già
ricordato che i primi atti giudicati di “svendita” delle
prerogative regie da parte di Federico trovarono in quel
contesto il loro humus naturale, e abbiamo anche
ricordato che l’ascesa al trono di Enrico fu dal padre
pagata ai principi ecclesiastici a prezzo salatissimo
(anche per superare la contrarietà del papa): la
Confederatio cum principis ecclesiasticis del 1220, poi
estesa ai principi laici con la Constitutio in favorem
principum del 1231-’32.
Un secondo punto di debolezza era dato dal fatto che
il re di Germania non aveva alcuna possibilità di
accrescere il suo diretto dominio territoriale, condizione
prima di forza, perché sulla corona germanica gravava
un obbligo sconosciuto agli altri regni: quello della
riassegnazione dei feudi laici decaduti, entro il termine
di un anno e un giorno (Leihezwang), 106 cosa che
impediva quel processo di accrescimento territoriale,
noto come «accentramento concentrico», 107 che aveva
reso forti i re di Francia e d’Inghilterra. Inoltre, nella
complessa gerarchia feudale germanica, al re (che era al
primo posto) era precluso il diretto controllo di conti e
signori liberi (che occupavano la quarta posizione),
perché essi dipendevano dai principi ecclesiastici
(seconda posizione) o dai principi laici (terza