Page 73 - Federico II e la ribellione del figlio
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coltivato in ben definiti contesti storici.

                      Ma nel giudizio di Sestan, al là della contraddizione

                rilevata, v’è un’accusa sottile: se Federico avesse avuto

                lungimiranza,  avrebbe  dovuto  cogliere  in  Germania  il

                tempo  propizio  per  allearsi  con  le  città,  orientandole
                verso la costruzione di una solida monarchia unitaria. E

                il tempo propizio sarebbe stato appunto quello degli anni

                del  contrasto  col  figlio,  quando  il  processo

                autonomistico  delle  città  muoveva  i  primi  passi  ed  era

                quindi ancora lontano dal punto estremo della pretesa di

                una totale autonomia politica, come era ormai da tempo

                irreparabilmente avvenuto in Italia.

                      Prescindendo  per  comodità  di  analisi  dal  fatto  che

                questa suggestiva ipotesi parte da un presupposto di cui

                ci illudiamo aver mostrato l’infondatezza, è proprio vero

                che la Germania del XIII secolo, nel concreto contesto
                politico-costituzionale, presentava la condizione propizia

                per  un’azione  di  forza  contro  la  feudalità,  concertabile

                tra Corona e città? A differenza di Francia e Inghilterra,

                la monarchia tedesca aveva vistosi punti di debolezza.

                      Mentre  in  quegli  altri  due  paesi  l’ereditarietà  della

                monarchia  era  pacificamente  acquisita  da  tempo,  in

                Germania la successione passava per un intricato sistema

                che prevedeva un momento elettivo da parte dei principi

                imperiali e un momento di ratifica (non sempre formale)
                del papa. Il padre di Federico, Enrico IV, aveva avviato


                serrate         trattative          per        introdurre            formalmente
                l’ereditarietà. Ma l’ipotesi incrociò la ferma opposizione

                di un gruppo di principi, capeggiati dall’arcivescovo di
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