Page 71 - Federico II e la ribellione del figlio
P. 71
città tedesche, giunti fino a noi. 100
Alla luce dell’analisi sin qui condotta, il giudizio di
Sestan, che abbiamo voluto assumere ad emblema di una
posizione ben definita e radicata, appare non fondato su
dati reali. Ma quel giudizio ci sembra contenere in sé
anche una contraddizione. Immaginare e pretendere che
Federico potesse considerare le città come «autonomi
organismi politici» e sostenerle quindi nella «faticosa
ascesa verso l’autonomia politica», significa pretendere
dal detentore di un potere centralizzato una resa ad una
posizione centrifuga, politicamente concorrente.
È del tutto ovvio che ha senso giudicare la politica
fridericiana verso le città solo dall’angolo visuale di un
sovrano teso a promuovere e assicurare l’unità politica
del suo Regno. È perciò evidente che, verso le città
bramose di «autonomia politica», da parte di Federico
non poteva che esserci guerra aperta fino alla completa
sottomissione.
E qui si impone una nota chiarificatrice. Il
«comunalismo» 101 affermatosi nel basso medioevo non
fu infatti fenomeno uniforme, oscillando tra il modello
delle città libere e indipendenti, che si svilupparono in
citta-Stato, 102 e il diverso modello delle città regie e
feudali. 103 Già sul finire del XII secolo, con il
progressivo affermarsi delle monarchie, il modello delle
città libere era in netto declino, persistendo solo nelle
aree connotate da maggiore instabilità politica e
conseguente fluidità istituzionale.
Particolarmente istruttive, intorno al tema delle città