Page 75 - Federico II e la ribellione del figlio
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Questo, dunque, era il difficile contesto ereditato da
Federico in Germania, nel quale egli riuscí comunque a
far eleggere Enrico re di Germania. Anche sul fronte
internazionale quegli anni non furono per lui né
tranquilli né riposanti: conflittualità col Papato, guerra
con la Lega e turbolenze dei baroni meridionali.
Al filone critico verso la condotta “lassista” di
Federico in Germania, fin qui esaminata, si contrappone
una diversa interpretazione. Anche in questo caso
assumiamo come emblematica una posizione specifica,
quella di Heinrich Mitteis. In sintesi, secondo il grande
storico del diritto, va innanzitutto ricordato che il
provvedimento cardine della politica di cedevolezza
verso la feudalità, la Constitutio in favorem principum,
fu opera di Enrico, che Federico un anno dopo si limitò a
ratificare, recuperando per la corona qualche spazio in
piú rispetto alle concessioni fatte dal figlio. Sul punto
non può non ricordarsi la triangolazione che vede padre
e figlio quasi rincorrersi nelle concessioni alla feudalità:
il padre nel 1220 fa larghe concessioni alla feudalità
ecclesiastica (Confederatio); il figlio, undici anni dopo,
estende quelle concessioni alla feudalità laica
(Constitutio in favorem principum); il padre, l’anno
successivo, ratifica l’operato del figlio.
Secondo Mitteis, tutta la politica fridericiana di
quegli anni, in Germania, va letta come
contingentemente tattica: «voleva far tacere, per il
momento, l’opposizione dei principi, con la speranza di