Page 58 - Federico II e la ribellione del figlio
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contare la recente imboscata che ha organizzato per
catturare nostro figlio Enrico, durante il viaggio»
(evidentemente quello del trasferimento dalla Germania
all’Italia meridionale).
Sorprende molto che alcuni atti, redatti nel 1237 in
Troia, città di non piccolo rilievo nel Mezzogiorno
medievale, davanti a un giudice, rechino come
indicazione cronologica:
Anno dominice incarnationis millesimo ducentesimo
tricesimo septimo. Imperii vero domini nostri Frederici
Dei gratia Romanorum serenissimi et semper Augusti
anno septimo decimo […] Sicilie quoque anno
quadragesimo, atque cum eo regnante domino nostro
Henrico gloriosissimo rege filio eis anno vicesimo
quinto […]. 73
Chiudono gli atti la sottoscrizione del giudice Angotto.
Appare del tutto inspiegabile che in documenti
pubblicamente certificati, la data (9 settembre 1237) sia
definita in relazione agli anni di regno di Federico e «del
coregnante, nostro signore Enrico gloriosissimo re, suo
figlio», mentre quest’ultimo, condannato e destituito, era
recluso in una fortezza-carcere del Regno (sola
disinformazione degli eventi nell’estrema periferia
dell’Impero, anche da parte di un funzionario regio?).
Un documento che dice molto delle condizioni del
prigioniero è un ordine che il padre impartí da Foggia,
sua abituale residenza. È del 10 aprile del 1240 ed è
indirizzato ad Alessandro, magister procurator Apulie.