Page 57 - Federico II e la ribellione del figlio
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del papa. Partendo nel successivo agosto, lasciò
comunque Corrado – allora un bambino di otto anni, che
egli non rivedrà piú – come reggente (sarà incoronato un
anno dopo), affidandolo alla tutela di Sigfrido,
arcivescovo di Magonza.
7. L’EPILOGO NELLA DISPERANTE SEGREGAZIONE DEL
LEBBROSO
L’iniziale prigionia di Enrico si trascinò tra
Heidelberg e il castello di Alreheim in Rezia. Ma
Federico, temendo che la presenza in Germania potesse
tener vivi focolai di ribellione, nel gennaio del 1236
decise di trasferire il prigioniero nel suo piú sicuro e
lontano dominio meridionale. Enrico aveva allora
venticinque anni, e tornò in catene in quel Regno del
Sud di cui era stato re bambino, e che aveva lasciato
venti anni prima, quando il padre lo aveva richiamato in
Germania con la madre, per realizzare i suoi ambiziosi
piani di potere. Lo accolse qui la rocca di San Felice,
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presso Melfi, in Basilicata. Sulla sua lunga prigionia
ben poco ci è dato sapere.
Di quel tempo abbiamo poche tracce di lui, alcune
significative e alcune sorprendenti. Federico accennò al
figlio in una lettera della primavera del 1236 nella quale
rappresentò al re di Boemia tutta una serie di malefatte
del duca d’Austria, cognato di Enrico. Gli raccontò che
per rabbonirlo gli aveva promesso ottomila marchi per
chiudere il contenzioso sull’affare della dote della
moglie di Enrico, sorella di lui, ma aggiunse: «senza