Page 56 - Federico II e la ribellione del figlio
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contrastanti:  Enrico  sarebbe  stato  imprigionato  subito;

                inizialmente  condannato  a  morte,  gli  sarebbe  stata

                commutata  la  pena  nella  detenzione  perpetua;  in  un

                primo momento graziato, sarebbe stato poi imprigionato

                per  non  aver  onorato  l’impegno  alla  smobilitazione,
                pretendendo  di  non  smantellare  le  sue  posizioni  nel

                castello  di  Trifels,  sua  storica  roccaforte;  sarebbe  stato

                imprigionato solo dopo aver vanamente tentato la fuga.                                70

                Certo è, comunque, che lí ebbe inizio il suo tribolato e

                lungo calvario.

                      In  contrasto  con  tali  cupi  scenari,  in  quegli  stessi

                giorni, domenica 20 luglio 1235, in una festosa cornice

                di re, nobili e popolo, Federico celebrò solennemente a

                Worms  con  Isabella  il  suo  terzo  matrimonio.  Per

                solennizzare il riacquistato dominio e sancire la ritrovata

                pace interna, Federico un mese dopo, il 15 agosto 1235,

                convocò una dieta generale a Magonza nella quale, tra

                altre  disposizioni,  dettò  anche  questa,  evidente  frutto
                della cocente esperienza:




                Il  peccato  d’ingratitudine,  di  per  sé  già  da  tutti

                considerato  non  lieve,  diventa  tanto  piú  grave  quando

                provenga dai figli, cosí da meritare una pena ancor piú
                severa,  perché  dimostrano  di  essere  immemori

                dell’amore paterno […].               71




                In quella stessa dieta Federico cercò di far eleggere re di

                Germania, in sostituzione del deposto Enrico, il piccolo
                Corrado natogli dal matrimonio con la defunta seconda

                moglie, Jolanda di Brienne, ma fu impedito dal dissenso
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