Page 49 - Federico II e la ribellione del figlio
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amicizia con vostro nonno e vostro padre d’inclita
memoria – esse possano restare integre anche con voi
[…] (ivi, pp. 539-40).
Tornando indietro agli ultimi mesi di quel 1234, va
registrato l’intreccio di rapporti tra padre e figlio, fatto di
sottili contrasti, ancora ovattati in espressioni
formalmente finanche affettuose, fino al compiersi dello
strappo definitivo da parte di Enrico. A metà novembre,
egli decise infatti di inviare suoi plenipotenziari per
trattare un’alleanza con lo storico nemico del padre, la
Lega.
Negli stessi giorni di metà novembre intanto
Federico, dalla domus solaciorum di Precina, firmava la
revoca di un atto emanato da Enrico in danno di
Ermanno marchese di Baden. Nel provvedimento di
revoca Enrico è menzionato con questi appellativi:
«signore illustrissimo, figlio nostro, re dei Romani» (ivi,
p. 500). Da Foggia un altro atto di Federico sui poteri
dei vescovi di Germania nel quale, tra l’altro, si concede
una speciale protezione ad un vescovo lodato per la
devozione «al carissimo nostro figlio, re dei Romani, e
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all’Impero». Analoghe menzioni di Enrico,
protocollari e affettuose insieme («carissimo figlio
nostro Enrico, re dei Romani»), si trovano ancora in due
lettere di Federico del 31 dicembre di quel 1234, 60
quando evidentemente non gli doveva ancora esser
giunta notizia dell’alleanza già stipulata da Enrico con la
Lega lombarda.