Page 44 - Federico II e la ribellione del figlio
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la demolizione di quei castelli da cui abitualmente
partivano rapine e incendi. 52
Il 5 luglio papa Gregorio, evidentemente
consapevole del progressivo, grave deteriorarsi dei
rapporti tra padre e figlio, scrisse una lunga lettera
all’arcivescovo di Treviri invitandolo ad intervenire su
Enrico, per ricordargli i giuramenti fatti e la sua
spontanea dichiarazione di essere pronto a subire la
meritata scomunica in caso di inadempimento e in
definitiva per ammonirlo «a non macchiarsi della
vergogna di uno spergiuro» (HB, IV/1 p. 475).
La lettera del papa, scritta in un tempo di singolare
idillio con l’imperatore, certamente su invito di
quest’ultimo, dovette preoccupare non poco Enrico, che
la interpretò come un allarmante segnale. Non passarono
due mesi (2 settembre) ed egli si risolse a render
pubbliche le sue ragioni in un’altrettanto lunga lettera a
Corrado, vescovo di Hildesheim. Uno sfogo
dettagliatissimo sulla sua difficile condizione e sulle
incomprensioni con il padre, ma anche sulle
mortificazioni da lui subite. La lettera parte dal ricordo
della solidarietà piena e totale al padre al tempo della
scomunica papale, del suo impegno per vanificare con la
parola e con le armi la missione in Germania del legato
papale di fomentare la ribellione dei principi contro
l’imperatore. Ricorda ancora di non aver esitato a
scendere in armi contro Ludovico di Baviera, divenuto
oppositore del padre, fino ad aver messo in piedi un
esercito per affrontare, per le stesse ragioni, il nuovo