Page 41 - Federico II e la ribellione del figlio
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Ai due regnanti il papa rivolse calde parole per incitarli a
dare tutto il loro sostegno alla campagna antiereticale. In
particolare queste le parole di chiusura della lettera ad
Enrico:
che tu possa procedere con mano ferma e braccio armato
contra i sunnominati eretici, in modo che tu possa essere
partecipe dell’annunziata indulgenza e noi, glorificando
le tue lodi, possiamo davanti a Dio esaltare lo zelo della
tua sincerità. 45
In questo clima di infatuazione, di caccia alle streghe, di
delazioni facili (il piú delle volte estorte) e di delirio di
onnipotenza, i persecutori cominciarono ad alzare il tiro.
Sospetti e attacchi si appuntarono cosí su di un
personaggio intemerato che godeva di una generalizzata
considerazione, Enrico II, conte di Sayn, che nel luglio
del 1233 fu formalmente accusato di eresia.
Il suo stato gli consentí di invocare il giudizio di una
piú alta istanza. L’affare fu cosí discusso in una dieta
presieduta, a Magonza, da re Enrico. L’accusa cadde
subito perché i testimoni poterono ritrattare
pubblicamente le dichiarazioni precedentemente estorte
dagli inquisitori. Il conte di Sayn fu cosí prosciolto. La
dieta per ordine del re fu aggiornata al febbraio
successivo, a Francoforte.
Dopo questa clamorosa sconfitta, Corrado,
rientrando da Magonza, fu assassinato in un’imboscata
sulla strada per Marburgo. Era il 30 luglio del 1233 e
cosí pose fine ai suoi giorni uno dei piú spietati