Page 36 - Federico II e la ribellione del figlio
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patriarca di Aquileia e da altri undici principi imperiali

                –, il secondo è una lettera di Enrico al papa.

                      Nel  primo  (aprile  1232),  dopo  una  premessa  tutta

                tesa a dare massima solennità all’evento («vogliamo che

                la  presente  scrittura  sia  universalmente  nota  a
                contemporanei e posteri»), i principi prendono atto del

                giuramento d’obbedienza reso da Enrico al padre e della

                sua dichiarazione di liberarli dal vincolo di fedeltà, per il

                                                                                                32
                caso,  quod  absit,  di  violazione  del  giuramento   (la
                conclusione, cosí certificata, pare che sia stata possibile,

                evitando  misure  piú  severe,  per  l’intercessione  proprio

                dei principi, ormai certi di poter condizionare il loro re,

                uscito  comunque  dall’incontro  dimezzato  nel  suo

                prestigio regale). Il secondo atto è una lettera che Enrico

                invierà  al  papa,  per  ribadire  di  aver  reso  solenne

                giuramento d’obbedienza al padre, per dichiararsi pronto

                ad  essere  colpito  da  scomunica,  nel  caso  di  violazione

                del  giuramento,  «senza  bisogno  di  preventiva

                ammonizione».           33

                      Sempre  da  Cividale,  Federico  nel  maggio  1232
                promulgò  la  Constitutio  in  favorem  principum,

                un’espressa ratifica di quanto Enrico era stato costretto a

                                                                       o
                concedere  ai  suoi  principi  il  1   maggio  dell’anno
                precedente («Concediamo tutto quanto sappiamo essere

                                                                             34
                già  stato  concesso  da  nostro  figlio»).   Nell’occasione
                l’autorità dell’imperatore riuscí però a mitigare in favore

                della  Corona  il  peso  di  qualche  clausola  (il  divieto

                assoluto di costruire nuove fortificazioni fu limitato alle

                sole terre ecclesiastiche).
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