Page 33 - Federico II e la ribellione del figlio
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concessioni e prerogative che il padre aveva riconosciuto
ai soli principi ecclesiastici nella Confederatio del 1220.
Con il nuovo provvedimento tutti i principi, ecclesiastici
e laici, venivano riconosciuti come autorità assolute nei
rispettivi territori, con stringenti limitazioni anche per la
Corona (divieto di costruzione di fortezze e castelli
senza il consenso dei principi, restrizione dei poteri regi
nella giurisdizione e in materia di mercati e zecche). Nel
documento, per la prima volta, i principi sono definiti
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domini terrae, appellativo che dice tutto sull’ampiezza
dei poteri loro riconosciuti.
Due fatti intanto contribuirono ad infittire le ombre
tra padre e figlio: l’intenzione di Enrico, contrastatissima
da Federico, di divorziare dalla moglie Margherita
d’Austria (pare, con la speranza di convolare in seconde
nozze con Agnese di Boemia), e l’assassinio, ad opera di
un sicario saraceno, di Ludovico di Baviera (16
settembre 1231), tornato, come s’è detto, ad essere
influente consigliere di Enrico. Del delitto, nell’opinione
pubblica, Federico fu considerato mandante, tanto che
quattordici anni dopo, Innocenzo IV, nella bolla di
scomunica, tra le colpe di Federico inserí anche quella di
«aver fatto uccidere, da assassini, il duca di Baviera, di
veneranda memoria, particolarmente devoto alla Chiesa
romana, cosí come è ormai dato per certo». 29
Per il successivo novembre Federico convocò una
dieta generale a Ravenna:
o
abbiamo indetto per il 1 novembre, festa di tutti i santi,