Page 30 - Federico II e la ribellione del figlio
P. 30
loro cospirazione contro l’onore suo personale e
dell’Impero e aver rimarcato la proterva indisponibilità
ad ogni tentativo di mediazione, solennemente dichiarò
di aver consultato
prelati, principi e maggiorenti, giudici della nostra curia
e molti altri saggi, [per sapere] se potessimo […], per
cosí gravi ingiurie procedere contro di essi, come rei del
delitto di lesa maestà, nelle persone e nei beni, ed in
particolare per imporre […] la privazione di tutti i
privilegi che possano derivare loro, come singoli e
collettività, dalla pace di Costanza […]. Concordemente
[i consultati …] hanno risposto che ciò possiamo e
dobbiamo fare.
Alle città rebelles, viene ingiunto «di non promulgare
statuti e […] se ne faranno si abbiano automaticamente
per inesistenti e nulli»; si vieta di eleggere magistrati; si
dichiarano infami «dottori e scolari che in quelle città o
luoghi osino insegnare, far lezioni o andare ad ascoltare
lezioni contro la nostra presente costituzione». 23
Abbiamo riportato i passi salienti dell’enciclica di
Federico, per render chiaro il contesto e l’animus
dell’imperatore sul tema, non senza sottolineare un fatto
di grande importanza politica. Quasi in contemporanea
con i ricordati eventi italiani, in Germania nasceva la
Lega del Reno, costituita dalle città di Magonza, Bingen,
Worms, Spira, Francoforte, Gelnhausen e Friedberg.
Alle proteste dell’arcivescovo di Magonza seguí il 27
novembre il provvedimento di annullamento della Lega,