Page 25 - Federico II e la ribellione del figlio
P. 25
Costanza e il figlio, cui attribuí subito il titolo di duca di
Svevia e poi quello di governatore di Borgogna. Il piano
incontrò la netta opposizione del Papato, che però non
aveva alcuna intenzione di rompere, riponendo in
Federico tutte le sue speranze per la realizzazione della
crociata. In questo sottile gioco delle parti l’ebbe vinta la
spregiudicatezza di Federico che, con mossa fulminea,
fece eleggere Enrico re di Germania nella dieta di
Francoforte del 23 aprile 1220. Con impareggiabile
sfrontatezza, in una lettera al papa del successivo 13
luglio, Federico volle far credere che il tutto s’era svolto
a sua insaputa e del tutto inaspettatamente («i principi
presenti, e piú di tutti proprio quelli che prima avevano
osteggiato la promotio regia [di Enrico], del tutto
imprevedibilmente lo hanno eletto, me assente e a mia
insaputa»). 18
La realtà era ovviamente ben altra. Federico aveva
contrattato la nomina del figlio, tanto che, appena tre
giorni dopo la dieta (26 aprile 1220), concesse in cambio
ai principi ecclesiastici la Confederatio cum principibus
ecclesiasticis, un atto che garantiva loro l’indisturbato
esercizio della sovranità nei territori di competenza, ma
nel quale lo Svevo volle anche blandire il Papato con
una dichiarazione di principio: la legittimazione del
potere temporale è tutta e solo nella funzione di sostegno
al potere spirituale. A tal fine Federico rispolverò nel
documento l’antica metafora delle due spade, da tempo
al centro di acute dispute tra curialisti e regalisti,
piegandone il senso tutto in favore della Chiesa: gladius