Page 23 - Federico II e la ribellione del figlio
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3. FEDERICO, AUTOCRATE NEL REGNO DI SICILIA E
FILOFEUDALE IN GERMANIA
Le lotte per la successione ad Enrico VI († 1197), padre
di Federico, dilaniarono la Germania sino alla battaglia
di Bouvines (domenica, 27 luglio 1214), che vide il
trionfo dell’alleanza benedetta da Innocenzo III e che
spianò la strada all’ascesa di Federico. Il clima cominciò
a rasserenarsi solo dopo la morte dello sconfitto, Ottone
di Brunswick, avvenuta quattro anni dopo. Furono anni
dominati da intrighi, tradimenti e ricatti e dalle
conseguenti cedevolezze dei contendenti verso la
feudalità ecclesiastica e laica. Eletto re di Germania nel
1212 a Francoforte, prim’ancora che il suo rivale fosse
sconfitto, Federico fu costretto dalle circostanze a
compiere una serie di atti per guadagnare il favore della
feudalità. In quello stesso anno rinunziò in favore del re
di Boemia a diritti e prerogative su Praga e Olmütz.
L’anno successivo, il 12 luglio del 1213, con la Bolla
d’oro di Eger, rinunziò, in favore dei principi
ecclesiastici, ad una serie di prerogative regie.
In realtà Federico si risolse all’atto per non essere da
meno rispetto al rivale che lo aveva anticipato tre anni
prima con il privilegio di Spira. Federico però volle fare
di piú. Proclamò infatti: «concediamo e decretiamo che
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le elezioni dei prelati siano libere». Decisione che
azzerava quei pur vaghi poteri della Corona nelle
investiture ecclesiastiche, strappati nel Concordato di
Worms (1122), che aveva chiuso la storica lotta per le
investiture, iniziata tra Gregorio VII ed Enrico IV e