Page 43 - Federico II e la ribellione del figlio
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riviste le posizioni “moderate” già emerse a Magonza
sulla questione ereticale. Dell’assassinio di Corrado non
mancò di essere sospettato l’entourage di re Enrico.
Certamente il suo approccio alla questione
dell’inquisizione contro gli eretici non solo turbò molto
il papa, ma allargò il solco che lo divideva dal padre, il
quale – per le ricordate ragioni di principio e per la
contingente necessità di mantenere buoni rapporti col
papa – aveva invece deciso di scagliare sugli eretici,
senza riserve, i fulmini di una spietata giustizia
sommaria, dimenticando il proponimento solennemente
dichiarato altrove di irrigare «con i ruscelli della
misericordia il suo frutteto». 50
6. L’ACUIRSI DEI CONTRASTI, L’UMILIANTE CAPITOLAZIONE DI
ENRICO E L’INFLESSIBILE CONDANNA PATERNA
In quel 1234 il solco tra padre e figlio fece registrare
un progressivo, preoccupante allargamento. Enrico si
lasciò andare ad una serie di atti contro la feudalità.
Ermanno, marchese di Baden, vide annullata una serie di
obblighi che le città di Loufen, Sunnesheim, Eppingen,
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Etteningen e Durla avevano verso di lui. Analoga
situazione si ripetette con Goffredo e Corrado della
famiglia principesca degli Hohenlohe, fedeli di Federico,
i cui castelli furono fatti demolire, secondo Enrico, in
ossequio alle decisioni della dieta di Francoforte del
febbraio che, con l’accordo di tutti i principi, avendo
indetto una pace generale nel Regno, aveva anche deciso