Page 47 - Federico II e la ribellione del figlio
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marcarne il senso in questa direzione.
A Boppard, poco dopo Enrico (secondo quanto
riportato dal cronista di Ebersbach), «profondamente
turbato, cominciò a circuire singolarmente i principi,
adoperandosi in ogni modo, cioè con preghiere, minacce
e promesse di ricchezze, per convincerli a stare dalla sua
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parte e a resistere al padre». Esempi di queste azioni
sono la rinuncia, in favore di Ermanno vescovo di
Würzburg, a una serie di diritti della corona su varie
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città (come vedremo, il vescovo sarà poi convocato dal
papa per giustificarsi del suo parteggiare per Enrico) e
l’ampliamento di un antico privilegio, concesso alla città
di Spira dagli antenati. 57
In vista dell’ormai prossima resa dei conti, Enrico,
per rafforzare la sua posizione interna, provò a tessere
alleanze internazionali. L’ipotesi inglese, in altri tempi la
piú naturale, andava svanendo per la sempre piú certa
prospettiva di matrimonio tra Federico e Isabella, sorella
del re d’Inghilterra. L’attenzione si spostò allora sulla
Francia. Il suo fidato Enrico di Neiffen fu perciò inviato
a Parigi per un sondaggio con Luigi IX, il re Santo. La
speranza era di alimentare quel certo disappunto della
corte francese per l’annunciato matrimonio, che lasciava
presagire uno spostamento del tradizionale asse di
alleanza privilegiata degli Staufen dalla Francia
all’Inghilterra. Ma il re francese preferí attestarsi su una
posizione di prudente attendismo.
A vanificare definitivamente le speranze di Enrico
intervenne prontamente il papa. Gregorio IX si premurò