Page 87 - Federico II - Genio dei tempi
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addetto ai lavori verso un dilettante geniale ma «impreparato», un
rimprovero netto esposto con estrema franchezza.
Quale sarà stata la reazione dell’imperatore? Non lo sappiamo. Può
essere che Federico, abituato all’omaggio enfatico e solenne e, come
ogni tiranno, anche all’adulazione, abbia mal sopportato di essere trattato
da «discepolo» e da dilettante. Ma appartenere alla comunità scientifica
e conversare con i sapienti di professione poteva comportare anche
questo: qui la gerarchia era un’altra e va a lode di Federico se ha saputo
accettarla.
All’ideologia e allo stile di corte appartiene, accanto a queste
manifestazioni di interesse intellettuale e all’esortazione al miglioramento
e all’elogio dei cortigiani, anche l’altro aspetto, quello del riconoscimento
di uno stato particolare dell’imperatore, la quasi perfezione attribuita a
Federico, che è dichiarato «Dei famulus magnus»: in suo potere stanno
lo splendore del sole, le forze dell’aria e dell’acqua e la fertilità della terra
(Marcovaldo di Ried).
Insomma, Federico si presenta come l’uomo nella completezza delle
sue facoltà: Per natura l’uomo è la più nobile delle creature al di sopra
persino degli angeli e dei pianeti, simile a Dio il suo Creatore ha come Lui
potere e capacità sopra le altre creature... Tutte le cose per legge naturale
gli sono sottoposte come a un signore o a un ministro del signore. Gli
angeli gli obbediscono per amore, il sole e la luna per dovere...
Federico è visto anche come un grande medico salernitano, destinato
a guarire il Merito e la Generosità:
Una volta pensavo che queste virtù erano morte e fui sul punto di
rinunciare a comporre canzoni ma Dio ci ha mandato qui da Salerno un
buon medico saggio e dotto che conosce tutti mali e tutti i beni... Non
ho mai visto - scriveva il trovatore Aimeric nel 1220 - un medico tanto
giovane, bello, buono e generoso, coraggioso, esperto, tanto seducente
e abile nella parola e nell’azione. È un medico che conosce a fondo la
disciplina e che curando con tanto ingegno, senno e sapienza attira a sé
il mondo e guadagna Dio... Questo medico saggio di cui vi parlo è il figlio
del buon imperatore Enrico e si chiama Federico [cit. in Morpurgo 2000].
Sono le parole di un cortigiano - scritte quando Federico è sulla via per
Roma dopo aver ricevuto ad Aquisgrana la corona imperiale. Ci forniscono
alcuni indizi sul clima promosso e favorito dall’ideologia federiciana:
l’identificazione in più sensi della figura del sovrano con il sistema della
natura, della quale egli sta al sommo conciliando i due regni terrestre
e divino. Alcuni aspetti di questa operazione provengono dalla cultura
della scuola medica salernitana. Giovanni d’Aubusson parla di Federico
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