Page 84 - Federico II - Genio dei tempi
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tardivo: dagli anni Quaranta del secolo i testi di Aristotele venivano letti,
esaminati e commentati un po’ ovunque. Le idee aristoteliche a proposito
della natura, del movimento e delle cause - pur discusse e interpretate
con significative variazioni dai maestri universitari - si erano radicate nel
cuore dell’insegnamento e in genere della cultura e vi rimarranno per
alcuni secoli. Alcuni, come l’imperatore Federico, pur accettando con
ammirazione e rispetto il magistero di Aristotele non lo accoglievano in
modo passivo e acritico ma lo ritenevano soprattutto base di partenza
per una ricerca più ampia e fondata sulla esperienza.
Alberto Magno scriverà che «Aristotele era dopotutto un uomo e come
tutti gli uomini può aver sbagliato».
UNA CORTE DI SAPIENTI
L’imperatore, che si dichiarava esperto nelle arti «meccaniche» - quelle
pratiche e non liberali dette anche «adulterine» - e quindi «artefice»,
desiderava incontrare il maggior numero di sapienti che lo guidassero
nelle più sottili questioni teoriche nelle quali lui, grande dilettante, si
sentiva impreparato. Il suo filosofo e consigliere Michele Scoto d’accordo
con lui lo incoraggiava con queste parole.
È cosa utile far domande ai dotti e ai maestri sulle diverse questioni
scientifiche e ascoltare i loro anche divergenti pareri. Secondo me
dovresti invitare alla tua corte i dottori universitari e gli uomini d’ingegno
per conversare familiarmente con loro e sottoporre a loro i tuoi pensieri.
È bene rivolgere a costoro domande su varie questioni e poi conservare
le risposte per iscritto in modo che servano a te e ai posteri... Il tuo animo
in questo modo sarà pieno di gloria e la tua mente progredirà ancor più.
Se vuoi regnare a lungo è in questo modo che eviterai i vizi e accrescerai
le virtù [cit. in Morpurgo 2000].
Ma sembra che l’imperatore in questo campo non avesse bisogno
di molti incoraggiamenti, naturalmente curioso com’era di conoscere
e desideroso di ricevere risposte agli enigmi filosofici come appare da
questa lettera indirizzata a Michele Scoto:
Carissimo maestro, più volte abbiamo ascoltato le domande e le risposte
degli uni e degli altri sull’argomento dei corpi celesti o sugli elementi
dell’Anima del mondo o, ancora, sui popoli pagani e cristiani e su tutte
le creature che vivono su questa terra, anche sulle piante e i metalli. Ma
non abbiamo mai raggiunto la conoscenza di quei segreti che assicurano
il piacere dello spirito ossia dei misteri del purgatorio, dell’inferno e delle
meraviglie nascoste nella terra. Ecco perché insistentemente ti chiediamo
per amore della sapienza e per il rispetto alla mia corona che tu esponga i
segreti della terra, il modo in cui essa si tiene sollevata sugli abissi che le
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