Page 80 - Federico II - Genio dei tempi
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formare, all’interno del territorio del regno, i funzionari e i giudici nominati
dall’imperatore nelle corti di giustizia. L’università di Napoli doveva servire
innanzitutto a questo, anche se era previsto oltre al diritto l’insegnamento
di altre discipline - la filosofia, le arti liberali e la teologia - organizzate
nelle tre facoltà e impartite in corsi da maestri pagati direttamente dal
sovrano. Solo la medicina, che continuava ad essere insegnata nella
illustre e antica sede della vicina Salerno, a Napoli era assente.
Lo Studium napoletano doveva, oltre che formare i dirigenti e i
collaboratori del re, soddisfare «la fame di sapienza» di chi voleva
applicarsi alla ricerca senza uscire dai confini del regno: Federico stabilì
infatti che dopo la sua fondazione i sudditi avrebbero potuto studiare e
procedere sulle vie della scienza soltanto nella «leggiadra Napoli... quasi
un paradiso in terra». Anche i giovani stranieri erano invitati a frequentare
le lezioni dei maestri di Napoli: si sarebbe provveduto al loro alloggio e al
vitto a prezzi modesti e in modo efficace alla loro sicurezza. L’università
aveva dunque il fine di trattenere in patria i migliori intelletti e di chiamare
gli stranieri più dotati con un’offerta sicura e generosa: fra gli studenti il
più illustre fu senz’altro Tommaso della nobile famiglia degli Aquino, così
vicina alla corte imperiale, che a Napoli appena prima del 1240 studiò
grammatica e logica (forse con il famoso maestro Martino di Dacia) e
filosofia naturale, come ci narra il suo biografo Guglielmo Tocco.
La fondazione dell’università di Napoli era il centro del progetto politico
e del resto era coerente a un altro atto di Federico, che aveva regalato
agli studenti e ai professori di Bologna alcuni tesori della sua preziosa
biblioteca con parole che dimostrano la consapevolezza del valore anche
politico della sapienza:
Voi uomini sapienti che ricavate sapienza nuova da pozzi antichi e
versate nella bocca di chi è assetato dolci bevande, accettate questi libri
come dono di un Cesare amico, metteteli vicino alle opere degli antichi
che rivivono con la vostra voce quando ne spiegate la dottrina. Spinti dalla
gratitudine per chi ve li ha donati e fiduciosi nella loro virtù diffondeteli
nella vostra cerchia...
Nonostante l’importanza di alcuni maestri, l’università di Napoli non
ebbe fra quelle europee un grande rilievo, ma la sua istituzione rivela
la coerenza e il realismo del progetto politico di Federico: l’università,
come tutte le altre nate in Europa nei secoli medievali, contiene già in se
stessa un disegno civile e politico e non è solo il centro di un movimento
intellettuale nuovo.
L’istituzione ravvicinata nel tempo delle prime università (Bologna,
Parigi, Oxford, Cambridge, Padova per esempio) indica già da sola
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