Page 64 - Federico II - Genio dei tempi
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l’uomo, ha movimenti rapidissimi, è difficile da catturare e si può addestrare
soltanto «con l’ingegno». Se addestrarlo è un’arte, studiarne le «forme», i
comportamenti e le abitudini è una vera scienza che si inquadra in quella
scientia naturalis di cui è maestro Aristotele, massima autorità all’epoca.
Federico lo segue nelle linee generali, come la classificazione, con rispetto
ma anche con una certa libertà. Per il resto egli pensa e dichiara che la
certezza del sapere proviene non tanto dall’insegnamento e dall’autorità,
quanto dalla viva esperienza che nel campo del birdwatching e della
caccia senz’altro non mancava al nostro regale veritatis inquisitor.
Su molti argomenti Aristotele, come abbiamo appreso attraverso la
esperienza, sembra discostarsi dal vero soprattutto a proposito delle
nature di alcuni uccelli. Non seguiamo perciò punto per punto il principe
dei Filosofi in quanto verosimilmente egli praticò poco o nulla la caccia
con gli uccelli che noi invece abbiamo sempre amata e praticata.
I sei libri dell’opera, che partono da una descrizione generale degli
uccelli, si occupano della falconeria propriamente detta, anche se
Federico sottolinea che la sua intenzione è soprattutto quella di spiegare
le strutture e le forze naturali che agiscono negli uccelli, tema che egli
conosce così bene. La prospettiva quindi del testo è di fisica o filosofia
naturale. Fenomeni come l’accoppiamento, la nidificazione, le cove, le
migrazioni, le malattie e la nutrizione vengono osservati e studiati con
una precisione e vivezza che - è stato osservato più volte - ritroviamo
solo nelle pagine di Konrad Lorenz. Accanto al falco ecco il «perfetto
falconiere», che ha le virtù e le caratteristiche che si rifanno all’idea etica
aristotelica del «giusto mezzo» e non pare un caso che assomigli in alcuni
tratti proprio allo stesso Federico.
Egli deve essere di statura media, perseverante nello studio, assiduo
nell’esercizio e di intelligenza tale da consentirgli di supplire in alcuni
casi alle carenze evidenti anche nell’insegnamento più autorevole... Deve
avere buona memoria e voce potente, deve saper sopportare le ore di
veglia, resistere ai colpi di sonno, non essere pigro né goloso e nuotare
bene.
E aggiunge: «non deve essere troppo giovane», il che fa sperare che
la nobile arte della falconeria possa essere esercitata per lunghi anni,
come fece in effetti Federico che - lo sappiamo - sottraeva tempo alle
cure del governo per andar nei boschi a cacciare e studiare il volo dei
suoi falconi. Qualche volta correndo grandi rischi, come si è visto a Parma
in quell’anno.
D’altra parte, prima di lui, alcuni illustri personaggi e sovrani avevano
perso addirittura la vita durante una battuta di caccia, come il figlio di Carlo
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