Page 58 - Federico II - Genio dei tempi
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mosso meccanicamente che simula il firmamento e muta luci e colori
secondo le ore del giorno e della notte. Un congegno costosissimo e
stupefacente che dovette entusiasmare Federico. L’Oriente con le sue
notti stellate, amato ma oramai lontano, continuava a esercitare il suo
fascino.
L’alto prezzo versato per ottenere il risultato, quella mezza liberazione
della Città Santa - un prezzo anche economico - insieme ai patteggiamenti
e qualche umiliante compromesso per tenere a bada le turbolente fazioni
cristiane in lotta fra loro, avevano certamente aperto definitivamente gli
occhi a Federico. Il suo vero avversario è il papa, la Sicilia è il regno da
riconquistare e pacificare, l’impero rimane un compito gravosissimo che
sarebbe stato molto difficile gestire, ma che non poteva essere trascurato.
Come erano lontani i giorni splendidi di Aquisgrana.
RITORNO IN ITALIA
Nel 1229, sulle bandiere delle truppe del pontefice Gregorio IX lanciate
contro Federico lo scomunicato, erano ricamate le chiavi di San Pietro,
non la croce: era dunque una guerra, una guerra normale, per la quale il
papa aveva cercato e ottenuto, sovente a fatica, finanziamenti in tutta la
cristianità; non una crociata ma una «mezza crociata», come la chiamano
alcuni storici. I soldati del resto erano per lo più mercenari, gente che
solitamente non è sensibile a promesse di salvezza eterna ma al suono
delle monete.
All’inizio dell’anno - Federico, per quanto invocato dai suoi, non è ancora
arrivato in Italia - le milizie pontificie marciano verso la Sicilia, dapprima
frenate nel loro cammino dall’esercito del gran giustiziere Enrico de Morra,
costretto però a ritirarsi.
Gregorio IX combatte con le armi, con il prestigio che gli deriva dall’essere
il capo dei cristiani e il vicario di Cristo, ma anche con la menzogna
diffusa ad arte. Attraverso «falsi giuramenti di uomini che dovrebbero
essere nobili sacerdoti e successori degli apostoli ma sono invece rozzi
criminali» - scriverà mesi dopo lo stesso Federico a un amico arabo - il
popolo viene ingannato: si sparge la voce che l’imperatore è morto. Il
suo successore in Sicilia, feudo di Roma, sarà il papa stesso. Le truppe
dell’oramai vecchio ma rancoroso padre di Isabella, Giovanni di Brienne,
arrivano in Puglia ma per fortuna di Federico il sostegno economico alla
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