Page 41 - Federico II - Genio dei tempi
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sarà pace separata senza il consenso reciproco. Due eventi più simbolici
che effettivi segnano l’ascesa dello Svevo: nel 1212 Federico viene eletto
re di Germania da una maggioranza di principi tedeschi e a Magonza
quattro giorni dopo, il 9 dicembre, formalmente incoronato. Senza gli abiti
imperiali però, che il nemico Ottone tiene ancora nelle sue mani, e senza
la corona, quella di Ottone I il Grande. E si sa quale valore corona scettro
e mantello avessero nella evidenza visiva del potere di un sovrano, in quei
secoli ma anche più avanti.
Nel 1213 a Eger Federico, come prima di lui Ottone, promette al pontefice
di rispettare tutti i diritti della chiesa di Roma. Nel 1214 la vittoria dei
francesi nella «casuale» battaglia di Bouvines, dove il protagonista è non
Federico, ma Filippo Augusto, segna la svolta definitiva.
Il potere del guelfo Ottone va in frantumi e persino il ducato di Brabante
- i famigerati mercenari brabantini avevano aiutato grandemente il guelfo
- si sottomette a Federico. Rimangono poche sacche di resistenza:
Colonia, dove Ottone si rifugia, e Aquisgrana, dove riposa Carlo Magno,
il fondatore dell’impero romano e cristiano. Nel luglio del 1215 Federico
conquista Aquisgrana e subito, il giorno dopo, riceve un’altra straordinaria
e splendida investitura che supera, o meglio completa, quella di Magonza.
A ventun anni Federico non è più evidentemente un ragazzo, ma un uomo
politico maturo e avveduto: come giudicare infatti l’idea (eccellente dal
punto di vista della comunicazione politica) di partecipare attivamente
a fianco degli operai, lavorando con le mani come uno di loro, per dare
nuova sepoltura alle spoglie di Carlo Magno in un grande reliquiario d’oro
e argento? Carlo Magno era all’origine dell’impero, quella realtà nuova e
insperata, alla quale Federico in quei giorni accedeva richiamandosi a
Ottone I il Grande e a Federico Barbarossa. Era il Barbarossa che aveva
fatto dichiarare Carlo Magno santo. E a Carlo Magno l’ex ragazzo della
Puglia, l’ex agnellino fra i lupi, guarda nel giorno trionfale di Aquisgrana
presentandosi come difensore del papato e restauratore della dignità
imperiale.
Carlo Magno, non solo nell’immaginario comune, era colui che aveva
sbaragliato i mori di Spagna e sgominato i sassoni allora idolatri, ma
era anche il mitico o santo precursore delle crociate, partite dall’Europa
cristiana per difendere la fede. Federico fa qualcosa che meraviglia molti,
ma è in effetti legata direttamente alla sua incoronazione imperiale: dopo la
cerimonia prende la croce e fa voto di partire per Gerusalemme invitando
energicamente i suoi a seguirlo. Il giorno successivo, è una domenica,
Federico nella cattedrale prega e ascolta i predicatori che chiamano alla
crociata - è la quinta - diretta a Damietta sul delta del Nilo. L’adesione
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