Page 27 - Federico II - Genio dei tempi
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Filippo e il giovane Federico. La situazione sembra a quel punto ancora
aperta. A proposito del suo pupillo, Innocenzo mostra uno spiccato
realismo e una singolare preveggenza, affermando di temere che Federico
una volta divenuto adulto gli sarebbe stato nemico se avesse pensato di
essere stato osteggiato dal suo tutore e privato dei suoi diritti. Su Filippo
di Svevia il concistoro si esprime negativamente, non entrando in merito
ai diritti alla corona imperiale, ma imputando allo zio di Federico, in modo
chiaramente pretestuoso, un comportamento scorretto e azioni colpevoli.
Entro il marzo del 1201 Innocenzo prende più decisamente partito a
favore del candidato guelfo Ottone, del quale preannuncia la nomina a
imperatore.
Quali ragioni avevano spinto il papa a una decisione così categorica e
rapida? I legati papali in Germania avevano riportato notizie disastrose
sulla situazione del candidato guelfo: Innocenzo decide quindi da verus
imperator di ribaltare la situazione, favorendo Ottone e rendendolo in tal
modo debitore nei confronti di Roma. Una raffica di lettere è indirizzata ai
principi, ai vescovi e ai sovrani di Inghilterra e Francia (con esiti opposti)
per volgerli a favore del candidato di Innocenzo. Nell’estate dello stesso
anno Ottone è incoronato re dei Romani a Colonia fra le proteste di alcuni
principi favorevoli a Filippo e soprattutto con la reazione decisamente
contraria del re di Francia, Filippo Augusto.
E tuttavia, nonostante l’incoronazione, la fortuna di Ottone non si afferma
in modo forte: troppe forze sono in campo, ognuna delle quali è disposta
a cambiare partito rapidamente secondo gli interessi e le promesse di chi
in quel momento è in vantaggio ed è prodigo di promesse. L’equilibrio dei
poteri è delicatissimo: un papa lontano può essere importante come un
imperatore tedesco potente sul territorio? La domanda spiega l’ondeggiare
dei principi e persino dei vescovi di Germania. E di conseguenza il mutare
della posizione di Innocenzo.
Alla fine dell’anno 1206 la causa di Ottone sembra indebolirsi nettamente,
tanto che Innocenzo III si muove ora con molta cautela nei confronti del
candidato svevo Filippo, che spinto dai principi suoi sostenitori chiede al
pontefice l’arbitrato sulla grande questione. Ma il quadro cambia ancora
una volta di colpo e la fortuna spazza via improvvisamente dal campo
della contesa Filippo di Svevia che nel 1208 è assassinato, sembra per
ragioni non politiche, dal conte di Wittelsbach, anche lui di nome Ottone.
Come si vedrà, Innocenzo molto presto avrà modo di cambiare più di
una volta partito.
Ma non è a questo aspetto, più ispirato a una tattica forzatamente
mutevole che a una ampia strategia, che si pensa quando si sottolinea la
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