Page 24 - Federico II - Genio dei tempi
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INNOCENZO III
Giotto, decenni dopo la morte di Innocenzo III, lo dipinge in un «ritratto»
significativo nella basilica superiore di Assisi. Il pontefice dorme, avvolto
nel suo mantello rosso e con la tiara in testa, e sogna Francesco d’Assisi
che scalzo e vestito di una rozza tunica sostiene sulle sue spalle la chiesa,
un edificio sontuoso con pilastri di marmo decorato a fregi e sormontato
da una torre a diversi piani. Ma la chiesa sembra pericolante e sul punto
di crollare. Francesco appariva dunque al papa, a quel papa cosi deciso
e determinato nelle sue azioni, così consapevole della sua dignitas e del
suo potere, il solo possibile salvatore di una chiesa vicina alla rovina?
Questo è almeno il pensiero di Giotto che allora dipingeva per un Ordine,
quello francescano, oramai affermato e in ascesa. Ma è verosimile che
anche Innocenzo III abbia più volte percepito e temuto nel corso della
sua vita i pericoli che si annunciavano minacciosi sulla sua chiesa.
Innocenzo III è stato giudicato dalle generazioni successive come uno
dei più grandi papi medievali, giudizio confermato da molti storici moderni,
ed è senz’altro vero che nella storia di Federico II egli giocò un ruolo
complesso ma decisivo. Lotario dei Conti di Segni era giovane, appena
trentenne, quando fu eletto nel gennaio del 1198 alla cattedra di San
Pietro, sulla quale rimase per ben diciotto anni. Fu tra i primi ecclesiastici
a frequentare le scuole di Parigi che allora, fin dalla prima metà del secolo
XII, erano in grande ascesa. Là ebbe, fra gli altri, come maestri di teologia
Pietro Cantore, Pietro di Poitiers e Pietro di Corbeil. Verso quest’ultimo si
mostrò sempre grato, compensandolo più tardi da pontefice con benefici
ed elogi pubblici.
Durante il periodo parigino visitò la cattedrale di Canterbury: Tommaso
Becket, il campione della libertas della chiesa contro il re Enrico II
Plantageneto, era stato assassinato e anni dopo fatto santo. Sulla sua
tomba venivano a pregare molti fedeli anche da lontano. Un gesto che
da parte di Lotario era evidentemente in linea con la convinzione - che
egli più volte renderà esplicita - della centralità ed eminenza del potere
ecclesiastico nel rapporto con quello dei re.
Sappiamo con sicurezza che Lotario di Segni studiò anche per breve
tempo a Bologna quando era ancora giovane suddiacono, il grado più
basso della gerarchia ecclesiastica: studiò naturalmente il diritto canonico,
probabilmente con Uguccione da Pisa, illustre studioso del Decretimi di
Graziano. Il magistero bolognese fu alla base della grande e profonda
preparazione di Innocenzo III in questo campo. Da cardinale Lotario di
Segni faceva parte di una cerchia di altri dieci cardinali che affiancavano
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