Page 171 - Federico II - Genio dei tempi
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mani di Pietro l’Eremita e di altri eventi miracolosi accaduti ai predicatori.
L’impresa in Terrasanta si caricava perciò di aspettative e di attese molto
maggiori rispetto alle lotte antisaracene che si potevano combattere nella
penisola iberica o nel Mediterraneo: la posta in gioco appariva molto più
alta e libera da interessi materiali. Sembrava che fosse venuto il momento
giusto per riscattare le ingiustizie compiute dai cristiani che Dio aveva
voluto punire lasciando la Città Santa nelle mani dei musulmani. Guerra
religiosa, la crociata non aveva tuttavia uno scopo di estensione dei
territori della cristianità, al contrario del jihad islamico, ma di riconquista
di un territorio sacro.
Come aiuta tuttavia a ricordare un altro storico delle crociate, Franco
Cardini ( 1972 ), se gli aspetti di santificazione non vanno accantonati,
esistono anche altri elementi da ricordare. Innanzitutto, le crociate
s’innestarono su un processo di rinascita economica e sociale dell’Europa,
su una serie di energie a disposizione che richiedevano una meta. Questa
esplosione di forze coincideva con un arretramento del mondo islamico,
che dopo secoli di espansione iniziava a perdere terreno. La crociata diede
una direzione ad una parte delle energie militari, economiche e spirituali
di cui l’Europa disponeva. D’altra parte, come abbiamo visto, non bisogna
dimenticare il carattere non progettuale della prima crociata, la sua nascita
episodica e il fatto che attorno ad essa si coagularono esigenze materiali
e spirituali senza un disegno preordinato.
Infine la crociata fu, da un’altra prospettiva, anche uno strumento politico
del papato, della chiesa intesa come istituzione politica, uno strumento
di lotta contro i suoi nemici in Occidente, fossero gruppi religiosi o
personaggi politici. Una dimensione della crociata che alcuni tra gli stessi
uomini medievali percepirono come estranea agli ideali di liberazione e
difesa della Terrasanta.
La coesistenza di queste dimensioni, materiale e spirituale, aristocratica
e popolare, penitenziale e guerresca, il rapporto con l’Oriente, il fascino
dei personaggi che vi presero parte (i re guerrieri Riccardo Cuor di Leone
e Federico Barbarossa, il colto e curioso Federico, predicatori come
Pietro l’Eremita), determinano una ricchezza di suggestioni difficilmente
eguagliabile.
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