Page 167 - Federico II - Genio dei tempi
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Durante il XIII secolo vi furono anche tentativi di crociate organizzate
          da uomini non armati: nel 1212 una folla di fanciulli guidati da Nicola di

          Colonia si diresse verso Genova per imbarcarsi per la Terrasanta: alcuni
          vi riuscirono, altri si mossero in direzione di Roma, altri vennero assoldati
          nella lotta contro gli albigesi. In Francia un uomo di nome Stefano disse di
          essere stato incaricato di portare una lettera di Cristo a Filippo Augusto e

          si diresse verso Parigi, seguito da giovani e adulti. Stefano fu accolto dal
          re che però in seguito disperse questo gruppo.
             Questi  eventi  suggeriscono  di  pensare  alla  crociata  non  solo  come
          movimento  politico  o  ideologico,  ma  anche  come  un  fenomeno  più

          puramente  religioso  e  fortemente  sentito  nella  società  medievale.  È
          una chiave importante per comprendere la partecipazione alle crociate,
          ufficiali o no, durante il medioevo e che ragioni puramente economiche non
          riescono a giustificare, dato l’alto costo del viaggio e i rischi dell’impresa.

             Nel corso del XIII secolo la crociata fu sottoposta ad un regime giuridico.
          Il diritto canonico prese a definire i caratteri specifici di questa impresa, i
          privilegi, i doveri, il comportamento, l’abbigliamento di chi partiva. L’opera
          di disciplina da parte del papato era forse stimolata dalle preoccupazioni

          per movimenti come la «crociata dei fanciulli». Ma attraverso il lavoro
          dei canonisti e la predicazione di domenicani e francescani la crociata
          andava costituendo una sua burocrazia e un sistema di raccolta di denaro
          che urtavano le coscienze di molti.

             Già  ai  primi  crociati  la  chiesa  aveva  concesso  l’indulgenza  plenaria
          per  i  peccati:  proprio  la  croce  rossa  che  essi  indossavano  segnalava
          la  disposizione  al  sacrificio  e  persino  al  martirio.  Fu  Innocenzo  III  a
          formalizzare una serie di prassi esistenti precedentemente: egli stabilì

          l’indulgenza  per  tutti  i  peccati  confessati  per  coloro  che  partivano  o
          «commutavano  il  proprio  servizio  delegando  altri  al  proprio  posto»
          (Tyerman 2000). La chiesa garantiva la protezione dei beni dei crociati
          e particolari privilegi rispetto ai debiti contratti, e stabiliva un’indulgenza

          proporzionale al contributo economico alle imprese. Innocenzo decise
          inoltre che solo i sacerdoti autorizzati dal papa potessero concedere la
          croce e che i mariti potessero prendere la croce anche senza il consenso
          delle mogli. Ma molti altri aspetti rimasero confusi, soprattutto per quel

          che riguardava le prerogative e gli obblighi dei crociati, come la possibilità
          di usare la violenza. L’attività in questo campo di papa Innocenzo fu forse
          volta soprattutto ad affermare il primato dell’autorità legale del pontefice,
          ma  lo  stesso  armamentario  dottrinale  divenne  disponibile  per  un’altra

          lotta, tutta interna alla cristianità occidentale, quella contro gli eretici.
             Dall’effimera riconquista di Gerusalemme all’espulsione dalla Terrasanta



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