Page 165 - Federico II - Genio dei tempi
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l’eredità di Zenkl. Unur, abile nel seminare disaccordo tra i suoi avversari,
          contrappose gli interessi dei crociati appena arrivati e quelli dei franchi

          stanziati da tempo.
             Le  ragioni  di  questo  smacco  vennero  trovate  dai  contemporanei
          nel  tradimento:  cristiani  di  Terrasanta  e  d’Occidente  si  accusarono
          reciprocamente,  ma  denunciarono  anche  il  tradimento  dei  bizantini.

          Bernardo attribuì la sconfitta alla scarsa sincerità dei partecipanti, al fatto
          che mancasse una reale conversione interiore, una lotta contro i propri
          desideri corrotti prima ancora che contro i nemici della religione cristiana.
             Il  secondogenito  di  Zenld,  Norandino,  era  riuscito  a  consolidare  le

          conquiste del padre e a occupare Damasco senza colpo ferire, salvandola
          dall’occupazione franca (ma anche dopo la fine della seconda crociata
          Damasco aveva chiesto aiuto ai franchi contro Norandino). I generali di
          Norandino si impadronirono poi anche dell’Egitto in una complessa partita

          a tre che li vide contrapposti ai Fatimidi, la dinastia che reggeva il paese
          dal X secolo, e ai cavalieri di Amaury, re di Gerusalemme. Durante questo
          periodo, l’afflusso dei cavalieri in Oriente però non venne meno: nel 1158
          Teodorico di Fiandra contribuì a difendere il Crac dei cavalieri (fortezza

          controllata dagli Ospedalieri) contro Norandino, a testimonianza che si
          diventava crucesignati anche in occasioni diverse dalle grandi campagne
          proclamate dal papato.
             La situazione politica del Medio Oriente andava cambiando. I territori

          dall’Egitto ad Aleppo furono unificati sotto Saladino (Salàh ai-Din), figlio
          del generale di Norandino che aveva espugnato l’Egitto. Intorno al 1183,
          il  Medio  Oriente  era  perciò  assai  diverso  da  quando  i  crociati  erano
          giunti in Terrasanta un secolo prima: ormai le possibilità di espansione

          sembravano loro precluse e di fronte si trovavano un’unica entità statale e
          non più piccoli regni in lotta perenne. Fu con Saladino che Gerusalemme
          tornò nelle mani dei musulmani, nel 1187.




          Crociate fallite e crociate popolari tra XII e XIII secolo



             Riconquistare Gerusalemme, nuovamente nelle mani dei musulmani,

          divenne un imperativo politico: quella chiamata terza crociata (1189-1192)
          coinvolse l’imperatore Federico I Barbarossa di Svevia, Filippo Augusto
          re di Francia e il re d’Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone. Il Barbarossa
          perse la vita in Cilicia (1190) attraversando un fiume, mentre gli altri due

          sovrani,  giunti  più  tardi,  riuscirono  a  conquistare  San  Giovanni  d’Acri.
          Riccardo, inoltre, durante il viaggio si impadronì di Cipro e la affidò alla



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