Page 170 - Federico II - Genio dei tempi
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allora un significato diverso: non più offensivo, ma difensivo delle frontiere
          orientali dell’Europa cristiana. L’impero turco divenne una potenza con cui

          fare i conti da un punto di vista politico e militare, e, in clima umanistico,
          animato dall’idea dell’incontro delle fedi e da un ideale di pacificazione,
          molto meno un avversario religioso che un possibile interlocutore.
             L’idea  di  crociata  seguì  anche  un’altra  strada,  tutta  interna  alla

          cristianità. Già prima della riconquista di Gerusalemme il papato aveva
          concesso il vexillum Petri, che conferiva una coloritura religiosa, a coloro
          che  combattevano  i  musulmani  in  Spagna  e  nel  Sud  dell’Italia.  Ma  la
          crociata divenne ben presto non solo - e forse non tanto - la difesa della

          Terrasanta, ma la difesa della chiesa contro i suoi nemici in Europa, sia
          contro gli eretici (come gli albigesi o catari), sia contro i musulmani (nella
          penisola iberica), sia nel Nord Europa (contro i pagani).
             L’insieme di privilegi, indulgenze, prerogative dei crociati che si recavano

          in Oriente venne esteso a chi combatteva contro i nemici religiosi, ma
          anche politici della chiesa. Durante tutta la seconda metà del XII secolo, vi
          furono crociate nel Nord Europa contro la popolazione pagana dei vendi,
          poi la crociata contro i catari (1208), che abitavano soprattutto nel Sud

          della Francia e che erano appoggiati dalla nobiltà locale. Per intendere
          meglio questo uso esteso e anche politico della crociata, si può ricordare
          la crociata contro Federico II, nel 1238 e nel 1248. E poi quella contro
          Alberico da Romano, fratello di Ezzelino, lanciata dal cardinale Ubaldini e

          ricordata dalla Cronica di Salimbene da Parma.
             Che cosa furono le crociate?
             Cercare di cogliere il carattere specifico delle crociate non è facile. La
          crociata fu un insieme assai complesso di cose, che è difficile ricondurre

          ad unità. Essa fu una missione di riconquista della Terrasanta, che generò
          conseguenze importanti e che si pose come ideale e dovere morale e
          religioso  per  molti  cristiani  di  diversa  estrazione  sociale:  da  questo
          punto di vista, la crociata era una difesa della cristianità, dei suoi luoghi

          storici, dei suoi aderenti. Molti partecipanti diventavano crucisignati per
          ragioni religiose, spinti dal desiderio di aderire ad una missione santa, ma
          nell’impresa crociata c’erano anche occasioni di prestigio e di guadagno.
             Secondo  Jean  Fiori  (2003  a)  la  crociata,  senza  dubbio  una  «guerra

          santa», presenta alcuni punti di contatto con ‘Ajihad islamico. La santità
          dell’impresa  stava  nella  valorizzazione  che  il  papato  fece  di  questa
          impresa, nell’eccezionalità della meta, Gerusalemme, e nella diffusa attesa
          escatologica.  Le  minacce  all’impero  d’Oriente  sembravano  incarnare

          le  profezie  sull’arrivo  dell’Anticristo  e  la  fine  dei  tempi.  Le  cronache
          raccontano poi di prodigi e apparizioni, di una lettera giunta dal cielo nelle



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