Page 168 - Federico II - Genio dei tempi
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Sotto la spinta del papato fu organizzata una nuova crociata, la quinta
          (1217-1219),  per  riconquistare  Gerusalemme:  ma  gli  insuccessi  militari

          indussero  re  Andrea  d’Ungheria  a  tornare  in  patria,  mentre  il  re  di
          Gerusalemme, Giovanni di Brienne, prese di mira l’Egitto. La tentazione
          verso l’Egitto era già emersa anni prima, quando il paese era retto dai
          Fatimidi ed era stato conteso da Norandino e dal re Amaury.

             Ora le crociate iniziarono a contemplare altre mete musulmane diverse
          da  Gerusalemme.  Giovanni  di  Brienne,  occupata  Damietta,  si  diresse
          verso II Cairo, rifiutando di trattare e venendo infine sconfitto. Il delegato
          pontificio Pelagio, i Templari e gli Ospedalieri si opposero a un accordo

          che  avrebbe  riportato  subito  i  cristiani  a  Gerusalemme,  sperando
          nell’arrivo di Federico II e desiderando conquistare l’Egitto. Ma Federico
          arrivò anni dopo (sesta crociata) nella situazione paradossale di crociato
          scomunicato (vd. p. 64) e malvisto dai Templari e Ospedalieri, in quanto

          amico del sultano al-Kàmil. Eppure riuscì, per via diplomatica, dopo piccoli
          scontri militari, a riconquistare Gerusalemme, della quale si incoronò re.
          Teobaldo di Champagne riuscì poi nel 1239 a ampliare i confini del regno
          di Gerusalemme, ma di lì a poco, nel 1244, Gerusalemme fu presa prima

          dai turchi Khwàrizmiani e poi dal sultano d’Egitto.
             Nel frattempo incominciava a profilarsi all’orizzonte un nuovo pericolo
          per gli stati islamici: i tartari. Il timore dei capi islamici era di essere presi
          tra due fuochi, i cristiani a Occidente e questi nuovi invasori a Oriente.

          Le armate di Hùlàgù dalla Persia si spostarono in Siria determinando
          sgomento e atteggiamenti diversi: tra i musulmani di Siria alcuni pensavano
          a un’alleanza con i tartari contro i mamelucchi che governavano l’Egitto
          e che erano loro nemici; tra i cristiani alcuni (Armenia e Antiochia) si

          schierarono con i tartari, altri (Acri) erano più favorevoli ai musulmani.
          Quando  i  tartari  arrivarono  in  prossimità  dell’Egitto,  la  reazione  dei
          mamelucchi fu efficace e arrivò a liberare Damasco. Alla morte di Hùlàgu,
          Baybars, il sultano mamelucco, occupò l’Armenia e Antiochia (1265-1268),

          colpevoli di alleanza con i tartari. La presenza europea si era ormai ridotta
          a una serie di città costiere: Acri, Aifa, Sidone, Tiro, Tripoli, Latakia.
             Nelle successive crociate si tentò anche la conquista dell’Egitto, come
          fece nel 1248 Luigi IX di Francia (settima crociata) che fu preso prigioniero

          e tornò in patria nel 1254. In Francia, nel frattempo, vi era stata la cosiddetta
          crociata dei pastorelli (1251), guidati da un monaco, chiamato il Maestro
          d’Ungheria, che marciando su Parigi volevano denunciare la corruzione
          del clero e la superbia dei cavalieri. Il Maestro affermava di possedere

          una lettera datagli dalla Vergine Maria e di doversi porre alla guida di una
          milizia di umili e semplici che sarebbe riuscita, laddove i nobili avevano



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