Page 156 - Federico II - Genio dei tempi
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ai beni ecclesiastici. La crociata non fu una conseguenza della tregua di
Dio, ma vi fu comunque una connessione, come sottolinearono gli stessi
cronachisti che riportano l’invito di Urbano II a lottare contro i turchi.
Un altro elemento contribuisce a definire lo sfondo di nascita del
movimento crociato: la legittimazione religiosa della guerra. La guerra
contro i musulmani era in atto da tempo, e con successo, già prima delle
crociate. Nella penisola iberica i potentati cristiani combattevano per
allargare i propri confini a spese degli staterelli islamici (e a partecipare
a queste guerre erano inviati anche i cavalieri cadetti, privi di ricchezze),
ma anche nel Mediterraneo si combattevano varie battaglie sia da parte
delle città italiane sia da parte dei normanni, che avevano come scopo un
espansionismo a spese dei domini musulmani.
Nella lotta che aveva portato i normanni a divenire signori della Sicilia
era già stato sventolato il vessillo di San Pietro. In tutti questi confronti
era presente la componente ideologica di uno scontro tra religioni e di
una riconquista alla cristianità di territori in mano agli infedeli. L’idea di
una guerra santa nel corso dell’XI secolo si f presentò dunque più volte.
Vittore II ( 1055-1057) concesse il vexillum sancti Vetri a chi avrebbe
combattuto i saraceni in Tunisia. Alessandro II (1061-1073) sostenne la
lotta contro i potentati musulmani nel Nord della Spagna. Gregorio VII
(1073-1085) formulò l’idea di una milizia al servizio della chiesa contro i
suoi nemici (tra i quali anche il clero simoniaco di Milano), contribuendo
alla nascita della figura del miles Còristi, un soldato di Cristo, armato e
belligerante (l’espressione era stata adoperata precedentemente per i
martiri). Urbano II spinse il conte di Urgel alla riconquista di Tarragona,
da secoli in mani musulmane; i successi normanni nel Sud Italia e dei
pisani in Corsica furono interpretati come successi della chiesa di Dio e
come un riscatto di queste terre da una schiavitù alla quale erano state
condannate dai loro stessi peccati (Fiori 2003a).
La prima crociata: la conquista di Gerusalemme
Esisteva un vasto tessuto sociale disposto a recepire il messaggio
papale, quale che esso sia stato in realtà, e a marciare verso Gerusalemme.
Predicatori, nobiltà diseredata, vagabondi, una folla eterogenea per la
quale le parole del pontefice assumevano valori j diversi. Mossi vuoi dal
desiderio di fare bottino, vuoi da attese i carattere escatologico, vuoi dalla
promessa della remissione de peccati, furono molti a recepire l’idea del
passagium verso Gerusalemme.
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