Page 144 - Federico II - Genio dei tempi
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In questa storia, così tragicamente banale che si ripete nei secoli alle
          corti dei potenti, sarebbe stato coinvolto infatti come ispiratore del tentato

          avvelenamento  Pier  delle  Vigne  che  meditava  secondo  l’opinione  di
          alcuni di passare alla parte avversaria offrendo le sue capacità di giurista
          e scrittore al pontefice. Comunque siano andate le cose, colpiscono nella
          tragedia - perché la morte del logoteta imperiale senz’altro fu una tragedia

          anche per Federico - la familiarità orribile degli eventi, un déjà vu almeno
          per lo storico.
             Sette secoli prima di Pier delle Vigne Manlio Severino Boezio, messo in
          carcere e condannato a morte dal suo re Teodorico che lo aveva innalzato

          fin dagli anni della gioventù alle più alte cariche del regno e ricoperto
          di onori, aveva scritto: «Improvvisa incalzata dalle disgrazie è giunta la
          vecchiaia e prima del tempo il mio capo è coperto di capelli bianchi...
          Mentre  con  beni  fuggevoli  l’infida  fortuna  mi  attraeva  a  sé,  un  futuro

          doloroso si preparava a sommergere la mia vita».








                                                        «L’ULTIMO GIORNO DELLA VITA

                                             È ANCHE L’ULTIMO DELLA FORTUNA»



             In quell’anno così tragico per Federico, la ruota della fortuna si arresta
          nella sua discesa ancora per qualche attimo e quell’arresto può illudere:
          l’imperatore può sperare di avere ancora spazio per la sua volontà e la
          sua ragione guarda ancora avanti. Ha cinquantacinque anni.

             L’esercito  imperiale  infatti  registra  qualche  successo:  i  pontifici,  con
          a capo il cardinale Pietro Capoccio, sono sbaragliati sul confine nord-
          orientale del regno di Sicilia; a Cingoli l’arsenale papale cade nelle mani
          delle truppe imperiali e, una dopo l’altra, le città costiere su fino a Ravenna

          sono riconquistate o rese inoffensive. In Germania Corrado riprende la
          sua autorità sulle città renane ribelli, che si erano schierate un anno prima
          con il rivale Guglielmo di Olanda.
             Il papa, visto l’insuccesso della sua offensiva, si prepara a scappare

          ancora un po’ più lontano, a Bordeaux, feudo inglese. C’è poi la fine del
          sogno crociato di Luigi IX e la sua cattura in Terrasanta che per il pontefice
          non è certamente una buona notizia: il riscatto chiesto è astronomico, ma
          la Francia lo avrebbe pagato e il re sarebbe presto tornato sulla scena

          europea. Tutto ciò non è favorevole ai piani del papa; Innocenzo rV sapeva
          che  al  ritorno  Luigi  non  avrebbe  approvato  l’ostilità  continua  contro



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