Page 135 - Federico II - Genio dei tempi
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Palestrina e Nicola da Ostia, per evitare il peggio. Ma neanche un mese
dopo l’accordo sul nome del diacono di Santa Sabina, Celestino F7, si è
al punto di prima, perché il nuovissimo papa muore improvvisamente. I
cardinali rimasti a Roma chiedono all’imperatore di accettare le condizioni
per sbloccare la situazione, togliere l’assedio prima di tutto e poi rilasciare
Giacomo da Palestrina.
L’Europa, allarmata dal conflitto, aveva trovato un capro espiatorio:
a poco a poco cresceva il rimprovero e l’irritazione verso Federico
considerato il colpevole dello scandalo di un interregno così lungo, della
mancanza del capo nella cristianità.
Forse anche per questo Federico si decide a liberare il cardinale e ritirare
le sue truppe dalle campagne intorno a Roma: quasi contemporaneamente,
nel mese di giugno del 1243, Sinibaldo de’ Fieschi, chiaramente ostile
all’imperatore, è eletto papa con il nome di Innocenzo IV. La soluzione del
problema era la peggiore che si potesse immaginare per Federico. Ma
poteva egli fare qualcos’altro se non congratularsi con l’eletto e dirsi certo
che le cose fra i due massimi poteri, fra papa e imperatore, sarebbero
migliorate? Difficile se non impossibile dire altro. Pier delle Vigne a capo di
un’ambasceria portò le congratulazioni dell’imperatore alla corte papale.
Pier delle Vigne, come altre volte, era dunque in quell’anno ancora solidale
e vicino al suo sovrano.
ANCORA GUERRA
In Europa la tensione era stata in quegli anni altissima; problemi comuni
e interessi particolari si incrociavano drammaticamente in un quadro
molto cupo. In Francia il re Luigi IX puntava le energie al compito santo
della riconquista di Gerusalemme, caduta nel 1244 nelle mani dei turchi
Khwarizmiani non contrastati nella loro impresa da nessuna forza cristiana
o musulmana; l’Ungheria attaccata nel 1241 dai tartari era stata messa a
ferro e fuoco e il suo esercito di trentamila uomini al comando del duca
di Boemia era stato sterminato. Sotto la violenza delle forze mongole la
popolazione del regno è ridotta a metà. Anche i principi tedeschi, oramai
minacciati, chiedevano l’aiuto di Federico il cui figlio Corrado invitava i
suoi alla concordia per riunire le forze e prendere la croce contro i nuovi
nemici venuti da lontano.
Lo scenario di guerra si era dilatato e aveva assunto misure spaventose
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