Page 124 - Federico II - Genio dei tempi
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EZZELINO IL SIGNORE DELLA GUERRA



             Federico  II  e  Ezzelino  erano  coetanei,  accomunati  da  interessi  e
          ambizioni in un contesto bellicoso che stabilì per anni fra loro una tenace
          solidarietà politica. Furono entrambi individuati come obiettivi privilegiati

          dalla polemica violenta della corte pontificia che mirava a colpire non solo
          l’avversario ma anche l’uomo, definito miscredente, tiranno e assetato di
          sangue. E le analogie fra i due personaggi non finiscono qui.
             Entrambi, come del resto quasi tutti i signori d’Europa, nutrivano fiducia

          nella astrologia. Alla corte dei da Romano i sapienti di questa disciplina
          così  seguita  erano  trattati  splendidamente  -  raccontano  i  cronisti  -  e
          non soltanto gli astrologi di casa, veronesi e padovani, ma persino un
          saraceno di nome Paolo che veniva da Baghdad. Consigliavano il signore

          della Marca Ezzelino, che era non solo un appassionato di astrologia ma
          anche un esperto che, pare, imponeva le sue interpretazioni ai cortigiani
          terrorizzati.  A  riferirlo  sono  i  cronisti  che  raccontano  della  paura  che
          Ezzelino incuteva abitualmente a coloro che abitavano nella sua stessa

          corte e persino ai familiari e a quelli che pure si ritenevano suoi amici:
          Ezzelino era un «uomo selvaggio, feroce e asociale che non arretrava
          davanti a nessuna legge, al senso religioso, alle regole di nobiltà, non
          aveva pietà per le donne e i bambini anche della sua famiglia». E tuttavia

          onorava, forse anche più di altri potenti, le «leggi degli astri».
             Ma che cosa non funzionò si domandano due cronisti, l’anonimo autore
          del  Chronicon  parmense  e  Rolandino  da  Padova,  quando  nell’ultima
          campagna Ezzelino, che si era rivolto come sempre prima di una impresa

          ai suoi astrologi, fu sconfitto e trovò la morte? Il cronista non intende
          lasciar  travolgere  l’astrologia  nel  disastro  del  tiranno:  lo  scacco  delle
          previsioni  gli  sembra  piuttosto  dovuto  a  un  incidente  tecnico  o  a  un
          sapere imperfetto.

             Rolandino,  sempre  avverso  a  Ezzelino  e  propenso  ad  attribuirgli  il
          peggio, facendo sfoggio di un sapere approfondito distingue fra giudizio
          ed electio: il primo è una predizione secca di un evento, in conflitto dunque
          con  il  libero  arbitrio,  mentre  l’electio  si  limita  a  indicare  per  l’inizio  di

          un’opera il giorno e l’ora più favorevoli. Anche la electio è una operazione
          che si fonda sul sapere astrologico perché stabilita attraverso la relazione
          tra il pianeta che presiede alla natura dell’impresa e quello della nativitas
          di chi vuole affrontarla. La electio consiglia il momento adatto (e indica

          quello invece sfavorevole) sia per le piccole cose quotidiane (il taglio dei
          capelli o delle unghie ad esempio), sia per quelle importanti come l’inizio
          di una battaglia.



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