Page 116 - Federico II - Genio dei tempi
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le  lacrime  mosse  da  tenerezza  paterna  davanti  alle  ceneri  del  genero
          Pompeo che aveva insidiato la felicità e l’anima del suocero.

             L’anno del giudizio di Enrico figlio di Costanza d’Aragona, il 1235, è anche
          l’anno  del  terzo  matrimonio  dell’imperatore,  vedovo  oramai  da  tempo.
          E anche questa volta è il pontefice a scegliere per lui, quarantenne, la
          sposa: un’altra Isabella, figlia di Giovanni Senza Terra e sorella di Enrico

          III di Inghilterra, una principessa che ha vent’anni meno di Federico. Con
          queste nozze lo Svevo si avvicina al regno inglese, da sempre nemico
          dei  francesi  grandi  alleati  dello  Staufen,  scompigliando  gli  equilibri
          delle  alleanze.  Il  cronista  inglese  narra  nei  particolari  la  cerimonia  di

          fidanzamento avvenuta in Inghilterra prima della partenza di Isabella che
          lascia Londra con la sua ricca dote, un po’ casalinga ai nostri occhi e
          «superflua secondo i molti presenti che la salutarono», una dote fatta
          anche di pentole d’argento, di coperte e guanciali foderati di seta. Dal

          nuovo matrimonio Federico si aspetta il terzo figlio maschio (il primogenito
          Enrico era oramai, dopo la condanna, lontano dalla successione al trono,
          e Corrado era ancora un bambino). Come sempre assistito dai consigli
          dei suoi astrologi, avrà tre anni dopo un maschio venuto alla luce proprio

          nella settimana successiva alla vittoria (il «trionfo») di Cortenuova. È quel
          secondo  Enrico  «concepito  sotto  felice  stella  e  nato  con  lo  splendido
          presagio  della  vittoria».  Così  scriveva  allora  suo  padre  Federico  che
          vedeva già il nuovo erede «garantire all’impero rinnovato le virtù felici

          della pace e della giustizia tanto desiderate». Pace e giustizia...
             A  soli  quindici  anni,  due  anni  dopo  la  scomparsa  dell’imperatore,
          Enrico, il figlio di Isabella d’Inghilterra morirà, di morte violenta, forse per
          ordine del suo fratellastro Corrado re dei Romani. Enrico figlio di Costanza

          allora, nel 1252, dormiva da tempo nel suo sepolcro di porfido nel duomo
          di Cosenza e lo stesso Corrado, quattro anni dopo la morte del padre
          Federico, sarà ucciso nel regno di Sicilia dalle febbri del Sud o forse -
          dice una leggenda - assassinato da Manfredi, l’amato figlio illegittimo

          dell’imperatore, che poi lo fa gettare in mare. La leggenda a volte dice
          con le sue invenzioni molte cose vere sulla realtà profonda: la «voluttà del
          potere» (libido dominarteli, così la chiamava Agostino) con il suo seguito
          orrendo di odi, paure e rancori, si annida anche all’interno della famiglia

          i cui membri parlano e spesso anche agiscono in pubblico in nome della
          giustizia e della pace.












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