Page 102 - Federico II - Genio dei tempi
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da otto torri, quasi un modello di Castel del Monte; le torri cilindriche
          all’esterno  e  ottagonali  all’interno  di  Castel  Ursino  a  Catania;  la  torre

          ottagonale del castello di Cosenza; i prismi ottagonali dei basamenti e
          della parte inferiore delle due torri circolari della porta trionfale di Capua
          iniziata  quando  Federico  non  era  ancora  assillato  dalla  ribellione  del
          figlio Enrico e dagli enormi problemi economici che si faranno pressanti

          qualche anno dopo. Qui, come a Castel del Monte, si intrecciavano al
          motivo dell’ottagono i riferimenti all’antichità imperiale, come il busto - di
          cui oggi, dopo le distruzioni settecentesche, ci resta solo un povero calco in
          gesso - dell’imperatore seduto e paludato come i suoi «antenati» romani.

          Sulla porta di Capua i segni di uno stile di restaurazione classica nella
          struttura romanico-gotica sono più evidenti che altrove, ma ricordiamo
          che elementi di un linguaggio che si rifaceva volutamente alla romanitas
          imperiale non erano mai stati assenti nella terra dominata dai normanni:

          i leoni della cattedrale di Trani sono soltanto uno degli esempi.
             Castel  del  Monte,  che  per  alcuni  storici  moderni  è  diventato
          irresistibilmente  l’immagine  di  un  sogno  disegnato  da  una  sapienza
          esoterica, fatalmente destinato a rappresentare un enigma o l’involucrum

          di una verità altissima, doveva essere per Federico un castrum, come lo
          stesso imperatore scrive nel gennaio del 1240 al giustiziere di Capitanata,
          Riccardo da Montefuscolo: «Vogliamo che per quanto riguarda il castrum
          che intendiamo costruire presso Santa Maria del Monte, sia fatto da te

          immediatamente l’actractum, anche se non è nella tua giurisdizione, e ti
          incarichiamo di prepararlo senza indugio con calce, pietre e ogni altro
          materiale adatto».
             È una lettera che contiene due termini interessanti: uno dei due almeno

          è problematico, quell’actractum. È il basamento che prepara il terreno o il
          terrazzo di copertura? Nel 1240 - questo è certo - Federico aveva già dato
          precisi ordini a proposito dei lavori, forse già avanzati: l’edificio doveva
          essere un castrum, non una domus, residenza, non un solarium, dimora

          di riposo e svago. Il castrum aveva caratteristiche di sede politica e anche
          militare.
             Impossibile dire se Federico ci abbia abitato. Possiamo solo immaginare
          che  l’imperatore  abbia  cavalcato  a  caccia  nella  boscaglia  che  doveva

          estendersi sotto le mura o che in quelle sale abbia scritto pagine del suo
          De arte venandi cum avibus.
             Tristemente sicuro è invece che, dopo la morte dell’imperatore, Castel
          del Monte divenne un carcere, anche se non dotato di vere celle: il figlio di

          Federico II, il biondo e gentile Manfredi, vi fece rinchiudere due funzionari
          ribelli, poi accecati e uccisi sul posto.



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