Page 96 - Per la difesa dello Spiritismo
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o dialetto, nonché l’accentuazione caratteristica ad ogni lingua o
          dialetto,   e   le   «locuzioni»   e   gli   «idiotismi»   innumerevoli   che
          costituiscono   il   «fermento   vivente»   di   ogni   linguaggio.   E’  ciò
          possibile? Non posso immaginare che si trovino oppositori i quali
          all’unico   scopo   di   evitare   un’altra   spiegazione   piana,   semplice,
          naturale,   emergente  spontanea   dai   fatti,   osino   sostenere  una  tesi
          pazzesca di tal natura.
                 In ogni modo, qualora la situazione teorica disperata in cui si
          trova   il   Sudre   lo   spingesse   a   propugnare   una   tesi   tanto
          sconclusionata, lo prevengo che in tale circostanza l’onus probandi
          non graviterebbe sulle spalle degli spiritisti, bensì di colui il quale
          osasse sostenere che se il medium conversa in una lingua ignorata,
          ciò   si   deve   al   fatto   ch’egli   ha   carpito   le   proprie   cognizioni
          linguistiche nella subcoscienza del consultante; vale a dire, ch’egli ha
          compiuto   il   miracolo   di   carpire   ciò   che   nella   subcoscienza   del
          consultante non poteva esistere, in quanto la struttura organica di una
          lingua, è pura astrazione, e non esiste da nessuna parte. Ora, pertanto
          toccherebbe   al  Sudre  di   provare  sulla   base   dei  fatti  le   proprie
          affermazioni; e ciò in contraddittorio con gli spiritisti i quali hanno
          da   far   valere   tutto   un   complesso   organico   di   prove   collaterali
          convergenti come a centro verso la convalidazione della loro tesi;
          giacché i defunti comunicanti non si esprimono soltanto nella lingua
          o   nel   dialetto   natio,   ma   lo   fanno   col   timbro   vocale   che   li
          caratterizzava in vita, adoperando i medesimi intercalari famigliari,
          dimostrando   le   medesime   idiosincrasie   di   pensiero,   il   medesimo
          carattere, le medesime tendenze e la medesima intellettualità; mentre
          non vi è particolare, per quanto insignificante, della loro esistenza
          terrena,   o   dell’esistenza   dei   famigliari   ed   amici,   ch’essi   non
          ricordino, e ben sovente riferiscono particolari ignorati da tutti i
          presenti, particolari che si riscontrano costantemente veridici. Inoltre,
          gli spiritisti hanno da far valere un altro dato di fatto il quale basta da
          solo   a   demolire   completamente   e   definitivamente   l’ipotesi
          sconclusionata in discorso; ed è che si conoscono casi di Xenoglossia
          in   cui   lo   spirito   comunicante   conversò   o   scrisse   in   una   lingua
          ignorata   da   tutti   i   presenti.   Più   oltre,   trattando   il   tema   delle


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