Page 93 - Per la difesa dello Spiritismo
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si è curato di approfondire il tema intorno al quale discute, visto che
si limita a contemplare le due modalità di Xenoglossia le quali non
presentano valore teorico in senso spiritualista: quelle, cioè,
spiegabili con la criptomnesia (e che io gli abbandono
completamente), e quelle in cui il medium risponde a domande
rivoltegli in lingue ch’egli ignora. Il Sudre considera questi ultimi
casi come assai rari, laddove si riscontrano ogni qual volta un
ipnotizzatore si trovi in condizioni di stretto rapporto col proprio
soggetto; e il fenomeno si spiega col fatto che il soggetto
chiaroveggente non comprende le parole che gli si rivolgono, ma
legge nel cervello del suo ipnotizzatore il pensiero da lui espresso in
parole; giacché il pensiero, nella sua modalità psico-fisica di «stato
vibratorio» della sostanza cerebrale (ovvero del perispirito) deve
naturalmente risultare identico in tutte le individualità pensanti,
all’infuori di qualsiasi rapporto con la lingua in cui l’individualità
pensante lo traduce esteriormente.
La difficoltà insuperabile per la spiegazione naturalistica dei
fenomeni di Xenoglossia, comincia quando il medium non solo
comprende le domande rivoltegli in una lingua che ignora, ma
risponde e conversa spigliatamente nella lingua medesima. Su questo
punto il Sudre non ha osato pronunciarsi; e mi esprimo in questi
termini giacché non può supporsi ch’egli non conosca i casi di tal
natura, i quali si realizzano frequentemente, e in questi ultimi tempi
si moltiplicarono addirittura, assumendo forme svariatissime, tutte
teoricamente importantissime. Nel fascicolo di febbraio 1925 della
rivista «Luce e Ombra», lo scrivente ha citato alcuni esempi
recentissimi del genere, ricavati dal libro di H. Dennis Bradley:
«Towards the Stars», e in cui gli spiriti comunicanti conversarono
spigliatamente coi consultanti nei loro dialetti nativi, l’uno dei quali
era il dialetto Basco, e l’altro il Gallese. Nella seconda opera del
medesimo autore: «The Wisdom of the Gods», si contengono altri
esempi interessanti del genere, in cui gli spiriti comunicanti - sempre
per ausilio della «voce diretta» - conversarono in francese, tedesco,
italiano, danese, russo, cinese e giapponese. In due occasioni i
consultanti, col proposito di mettere alla prova lo spirito
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