Page 95 - Per la difesa dello Spiritismo
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di lui fratello maggiore, morto da poco.
Ritiratosi lo spirito comunicante, si manifestò “Bert Everett”
(lo “spirito-guida”), il quale rivolgendosi al signor Komai, disse:
“Insieme a tuo fratello, è presente anche tua madre”.
A proposito di siffatti ragguagli, giova rilevare che il signor
Komai è un giovanotto; e in conseguenza, che nessuno avrebbe
potuto supporre che gli fossero già morti la madre e il fratello
maggiore. Inutile aggiungere che i presenti ignoravano tutto al
riguardo del signor Komai, come ignoravano la lingua giapponese.
Ritengo che questo episodio, in cui si è conversato in lingua
giapponese, e in cui vennero fornite prove notevolissime
d’identificazione personale, debba considerarsi una delle più belle e
incontestabili prove odiernamente ottenute in dimostrazione della
sopravvivenza». (Ivi, pagine 305-306).
Così il Bradley. - E’ ovvio che nel caso esposto, come in tutti
gli altri conseguiti col medium Valiantine (il quale non conosce altra
lingua che la propria, mentre le «voci dirette» conversarono in sette
lingue diverse, e in due dialetti difficilissimi), risulta completamente
esclusa l’ipotesi della «criptomnesia». Ora, basta riflettere un istante
sul tema, per concludere che dal punto di vista naturalistico, non
rimane altra ipotesi cui ricorrere. Si consideri, infatti, che se per
comprendere una lingua non è necessario che il medium la conosca,
poiché gli basta di percepire il pensiero del consultante, non è più
così quando si tratta di parlare una lingua; nel qual caso occorre
tassativamente che il medium conosca la lingua, giacché la
«chiaroveggenza» è impotente a fargliela conoscere, e tale impotenza
deriva dal fatto che la struttura organica di una lingua è pura
astrazione, e in conseguenza non si può né vedere, né percepire nel
cervello altrui. Il sostenere il contrario, equivarrebbe ad ammettere
che il medium in virtù della propria lucidità, pervenga
istantaneamente ad apprendere il valore di tutti i vocaboli di una
lingua, nonché di tutte le regole grammaticali con cui raggrupparli,
disporli, coordinarli in frasi razionali, variarli secondo il loro genere,
numero, declinazione e coniugazione; come pure, ch’egli pervenga
ad apprendere fulmineamente la «fonetica» particolare ad ogni parola
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