Page 36 - Per la difesa dello Spiritismo
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argomento; e in conseguenza, afferma che non vi è tribù selvaggia la
          quale non possegga il proprio stregone-medico, o parecchi stregoni-
          medici, i quali compiono gesta in tutto analoghe ai chiaroveggenti fra
          i popoli civili. Inoltre, fa rilevare che i casi di tal natura da lui ricavati
          dai libri degli esploratori e dei missionari africani e nord-americani,
          sommano ad oltre 200. Ne consegue che in base all’indagine dei fatti
          deve concludersi in senso diametralmente opposto a quello presunto
          dal prof. Richet; e, cioè, che se le facoltà chiaroveggenti sotto tutte le
          forme, sono più frequenti fra i popoli primitivi di quel che non lo
          siano   tra   i   popoli   civili,   allora   un   tal   fatto   vale   a   demolire
          completamente l’ipotesi del prossimo avvento di un «sesto senso»
          nell’umanità, auspice la legge biologica delle «mutazioni brusche».
                 Inoltre,   giova   accennare   a   un’altra   considerazione
          teoricamente importantissima, ed è che il professore Richet non ha
          badato che non poteva parlarsi di un «sesto senso» in gestazione, dal
          momento   che   i   fenomeni   di   chiaroveggenza   si   estrinsecano
          utilizzando i sensi esistenti: visione, audizione e tatto. Non solo, ma
          egli non ha badato che i fenomeni in discorso, anziché determinarsi
          per appercezione diretta, vale a dire dalla periferia al cervello, come
          dovrebbe avvenire per qualsiasi senso biologico passato, presente e
          futuro, essi si determinano per appercezione inversa, vale a dire dal
          cervello alla periferia, sotto forma di visioni e audizioni subbiettive
          proiettate all’esterno, e quasi sempre di natura simbolica più o meno
          larvata.   E   la   natura   simbolica   di   quasi   tutte   le   percezioni
          supernormali, assume un alto valore teorico, in quanto dimostra che
          le medesime non risultano soltanto indipendenti dai sensi periferici,
          ma eziandio dai centri cerebrali corrispondenti; e ciò in quanto il
          simbolismo   delle   percezioni   prova   che   i   centri   cerebrali   non
          percepiscono attivamente, ma ricettano passivamente ciò che loro
          trasmette un terzo agente estrinseco, il quale è il solo a percepire
          direttamente, per poi trasmettere al sensitivo le proprie cognizioni
          sotto   forma   di   rappresentazioni   simboliche;   e   ciò   evidentemente
          perché le proprie percezioni risultando qualitativamente diverse da
          quelle assimilabili dai centri cerebrali del sensitivo, egli è costretto a
          trasmetterle sotto forma di obbiettivazioni allucinatorie facilmente


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