Page 30 - Per la difesa dello Spiritismo
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spiritico.   Ecco,   infatti,   come   si   esprime   uno   spiritista   della
          primissima ora. Adin Ballou, a pagine 67 del suo libro: «Spirit
          Manifestations», pubblicato nel 1852, osserva:
                 «Invero ciò che passa attraverso il medium deve risultare
          grandemente suscettibile di essere influenzato anche dagli spiriti dei
          viventi.   I   preconcetti,   la   volontà,   l’immaginazione,   le   idee,   i
          sentimenti, le peculiari concezioni degli sperimentatori dovrebbero
          esercitare un’influenza più o meno sensibile sulle comunicazioni che
          gli spiriti si sforzano di trasmettere pel tramite del cervello altrui.
          Inoltre, influenze mesmeriche e psicologiche da parte della mentalità
          di   sperimentatori   i   quali   dominano   la   mentalità   del   medium,
          dovrebbero ugualmente esercitare un analogo effetto perturbatore. Da
          ciò il fatto che talune comunicazioni provenienti da spiriti elevati
          vengono trasmesse, o meglio tradotte, in una forma volgare, ben
          sovente   totalmente   dissimile   da   quella   intesa   dallo   spirito
          comunicante. Sarebbe  come  se un francese comunicasse con un
          inglese, pel tramite di un interprete danese, il quale avesse appena
          una cognizione rudimentale delle due lingue. Il consultante inglese si
          troverebbe   molto   imbarazzato   a   cavare   qualche   costrutto   dal
          messaggio trasmesso. Nei casi di tal natura noi non possiamo essere
          sicuri che la comunicazione ricevuta risulti analoga a quella che si
          proponeva trasmettere lo spirito comunicante».
                 Così argomentava Adin Ballou 75 anni or sono; e le stesse
          affermazioni si ritrovano nei libri di Capron (1853), del professore
          Robert Hare (1855) del dottor Wolfe (1869), di Alessandro Aksakoff
          (1889); ma per il Sudre solo «odiernamente» gli spiritisti furono per
          forza   costretti   a   riconoscerlo;   e   ciò   in   virtù   dell’influenza
          illuminatrice esercitata su di essi dalle indagini dei metapsichicisti
          odiernissimi.
                 Andiamo avanti. Egli così continua: «E così avviene che essi
          (cioè gli spiritisti) ora vanno disputando intorno a poche categorie di
          fenomeni   dentro   le   quali   si   sono   trincerati,   e   che   dichiarano
          inesplicabili con le teorie metapsichiche». Ecco: «Le poche categorie
          di fenomeni inesplicabili con le teorie metapsichiche» sono invece
          piuttosto   numerose,   come   più   oltre   dimostreremo;   ed   è   molto


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