Page 26 - Per la difesa dello Spiritismo
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- furono indotti ad aprirlo ed a leggerne il contenuto. Ne conseguiva
          che da quel momento esistevano al mondo parecchie subcoscienze
          umane   pienamente   ragguagliate   in   proposito:   dimodoché   se   la
          medianità   della   Piper   consistesse   in   una   sorta   di  metagnomia
          combinata alla  prosopopesi, allora essa avrebbe dovuto scovare e
          carpire   l’ambito   segreto   all’una   o   all’altra   delle   subcoscienze
          informate; tanto più che le persone in questione si trovarono sovente
          presenti alle sedute indette dopo l’apertura del plico. E invece nulla,
          e sempre nulla.
                 Altrettanto   dicasi   a   proposito   del   caso   analogo   di   Mrs.
          Blodgett; con questo di notevole in più, che dopo l’apertura del plico
          e il constatato insuccesso, si continuarono le sedute nella speranza di
          conseguire   l’intento,   fosse   pure   tardivamente;   dimodoché   si
          reiterarono i tentativi da parte della personalità comunicante (o, se si
          vuole, della medium in  trance) onde rivelarne il contenuto, che
          ormai era noto a Mrs. Blodgett e al prof. William James; ma invece
          nulla, e sempre nulla.
                 Risulta pertanto dimostrato che nei casi esposti, e malgrado le
          circostanze   favorevolissime,   la   Piper   non   pervenne   a   ricettare
          telepaticamente il pensiero cosciente e subcosciente dei presenti, e
          tanto   meno   degli   assenti.   Ne   consegue   che   l’ipotesi   della
          «prosopopesi-metagnomia» è ancora una volta contraddetta dai fatti
          nel caso della Piper, e deve in conseguenza ritenersi inapplicabile al
          caso stesso; il che equivale a dire che i casi d’identificazione dei
          defunti   occorsi   con   la   Piper   debbono   considerarsi   genuinamente
          spiritici.
                 Ancora   un’osservazione.   La   totalità   degli   episodi   sopra
          riferiti,   i  quali  rappresentano  modalità   svariate  di  manifestazioni
          medianiche   inesplicabili   con   qualsiasi   ipotesi   naturalistica,   mi
          porgono il destro di formulare una conclusione d’ordine generale, la
          quale presenta un valore teorico eccezionale; ed è che, se nel campo
          dei metapsichicisti puri, si respinge la spiegazione spiritica dei casi
          d’identificazione dei defunti, ciò avviene in quanto si è sinceramente
          convinti che il semplice fatto dell’esistenza della «metagnomia» (o
          chiaroveggenza,   o   criptestesia,   che   dir   si   voglia),   renda


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