Page 23 - Per la difesa dello Spiritismo
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base alla domanda rivoltagli, egli è tratto a presupporre di non più
ricordare eventi importanti della propria vita, e malgrado ciò appare
tanto sicuro di sé da rifiutarsi ad ammetterlo. Difatti il comunicante
Robert Hyslop, avendo frainteso il significato di una parola, e
credendo che suo figlio alludesse a malintesi occorsi tra di loro,
osserva con espressione di dolore: «Caro James, io non ricordo che
vi sia stato il menomo malinteso tra di noi, mi sembra che noi
ebbimo sempre l’uno per l’altro la più viva simpatia. Non mi
rammento di malintesi. Dimmi dunque a che proposito ciò avvenne.
Ma già devi sbagliarti con altri...». - Non sfuggirà ad alcuno la
spontaneità eloquente di simile linguaggio, nonché l’importanza
teorica degli episodi congeneri, i quali non sono dilucidabili che con
l’ipotesi spiritica.
In quest’altro esempio, l’inapplicabilità delle ipotesi
«prosopopesi-metagnomia» emerge dalla circostanza che la
personalità comunicante accenna agli ultimi particolari di cui si
ricordi al letto di morte (i quali coincidono con certi di lei movimenti
indicanti coscienza di sé), senza invadere il campo dei ricordi
complementari presenti al pensiero dell’interrogante, ricordi
effettivamente poco conciliabili con le condizioni comatose in cui si
trovava la persona morente.
In una seduta interessantissima in cui l’entità comunicante era
la consorte del professore Hyslop, essa rivolgendosi al marito così le
disse:
- Te ne ricordi della notte che precedette la mia dipartita? Tu
sedevi con me, o vicino a me; ma ben poco ricordo oltre a questo.
- Me ne ricordo perfettamente, Maria.
- E tu prendesti la mia mano; te ne ricordi?
- Sì; distintamente.
- Ed io ben poco rammento, invece... (Quest’ultima frase, non
riuscendo a tutta prima facilmente leggibile, Rector spiega: "Essa
intese dire che ricorda ben poco dell’incidente, e che lui deve saperne
di più").
Il prof. Hyslop così commenta:
«Mia moglie spirava il mattino di venerdì. Passò allo stato
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