Page 20 - Per la difesa dello Spiritismo
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quale,   naturalmente,   non   può   risultare   che   quella   dell’entità   del
          defunto sé affermante presente.
                 Da notare inoltre la spontaneità naturalissima del dialogo. Già
          con la prima esclamazione: «Tu, a casa mia?», l’Hodgson dimostra
          chiaramente di non ricordare affatto che Mrs. James vi si fosse mai
          recata; dopo di che, non facendo troppo a fidanza con la propria
          memoria   di   «spirito   comunicante»,   prosegue   a   interrogare
          dubitativamente   alla   guisa   di   ogni   semplice   mortale.   Dal   nostro
          punto di vista, è chiaro che se si fosse trattato di «prosopopesi-
          metagnomia», in tal caso la personalità mistificatrice avrebbe dovuto
          comprendere immediatamente l’intenzionalità della signora James,
          anziché arrivarci per via di eliminazione.
                 Ecco   altri   due   incidenti   analoghi   e   interessanti,   che   per
          brevità riferirò nell’eccellente riassunto che di essi fece M. Sage nel
          libro da lui dedicato alle esperienze di Mrs. Piper:
                 «Allorché   Mr.   Robert   Hyslop   (padre   del   prof.   Hyslop)
          soggiornava nell’Ohio, aveva per vicino un certo Samuele Cooper.
          Un   giorno   i   cani   di   quest’ultimo   uccisero   alcuni   montoni
          appartenenti al primo. Ne seguì una lite durata parecchi anni.
                 Ora in una seduta in cui il dottor Hodgson aveva sostituito il
          prof. Hyslop, l’interrogante sottopose al comunicante una domanda
          inviatagli   espressamente   dall’Hyslop,   e   da   questi   formulata
          nell’intento di richiamare l’attenzione del padre suo sul periodo della
          di lui vita trascorsa nell’Ohio. La domanda era così concepita: “Te ne
          ricordi di Samuele Cooper, e puoi dirmi nulla che lo riguardi?”. - Il
          comunicante risponde: “James allude certamente a un mio vecchio
          amico che avevo nelle province dell’Ovest. Ricordo benissimo le
          visite   reciproche   che   ci   scambiavamo   e   le   lunghe   nostre
          conversazioni sopra argomenti filosofici”. Ad un’altra seduta in cui il
          dottor   Hodgson   era   nuovamente   solo,   il   comunicante   tornò
          sull’argomento: “Io avevo un amico di nome Cooper, la cui mentalità
          aveva attitudini profondamente  filosofiche,  ed io nutrivo per lui
          grande rispetto. Ebbimo sovente delle discussioni amichevoli, e vi fu
          pure carteggio tra di noi. Conservai parecchie delle sue lettere, e
          credo si potrebbero rinvenire”. In altra seduta cui era presente il prof.


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