Page 17 - Per la difesa dello Spiritismo
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Passando alla seconda di tali obbiezioni presumibili, rilevo
          che mi si potrebbe osservare che se la «metagnomia» esiste, non è
          detto però ch’essa debba esercitarsi in permanenza; per cui dovrebbe
          concludersi   che   nel   caso   in   esame,   essa   non   agiva.   -   E   sia;
          concediamolo pure, per quanto nel dialogo medianico di cui si tratta,
          si contenga ben altro da dilucidare oltre il particolare in discussione.
          Comunque,   concediamolo   per   un   momento;   ed   ecco   sorgere
          formidabile l’altro corno del dilemma, consistente nel fatto che se nel
          caso riferito la «metagnomia» non agiva, allora si affaccia imperativa
          la domanda: «Qual’era la genesi dei particolari veridici forniti sul
          proprio conto dal comunicante?». - In breve: O si presume che la
          metagnomia funzionava, e allora si ottiene la prova risolutiva della
          sua impotenza a spiegare i casi d’identificazione spiritica analoghi al
          citato; o si sostiene che la metagnomia  non funzionava, e allora
          emerge   che   le   prove   d’identificazione   personale   fornite   dal
          comunicante provenivano dallo spirito del defunto sé affermante
          presente. Una terza soluzione non esiste.

                                         * * *


                 Avendo commentato in modo completo ed esauriente questo
          primo episodio contrario alla «prosopopesi–metagnomia», nonché a
          tutte le ipotesi naturalistiche fino ad ora escogitate a spiegazione dei
          casi   d’identificazione   spiritica,   procederò   a   riferire   altri   episodi
          svariati   del   genere,   tutti   ricavati   dalle   esperienze   con   la   Piper,
          limitandomi   a   farli   seguire   da   pochi   schiarimenti,   visto   che   i
          commenti d’ordine generale or ora esposti, valgono per tutti gli
          episodi che seguiranno.
                 In questo secondo episodio, la circostanza inconciliabile con
          le   ipotesi   della   «prosopopesi–metagnomia»   sta   in   ciò,   che   la
          personalità   comunicante     fraintende    la   domanda   dello
          sperimentatore, e risponde citando fatti che per quanto essi pure
          corretti ed appropriati, non corrispondono alla domanda, per indi
          rettificare non appena si accorge dell’errore.
                 In   una   seduta   cui   assisteva   il   professore   Hyslop,   erasi


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